Già trenta casi di influenza suina, il picco a fine mese

Venerdì 18 Gennaio 2019
Già trenta casi di influenza suina, il picco a fine mese
L'ALLARME
PORDENONE É salito a trenta il numero delle persone che hanno contratto l'influenza H1N1 (la suina). Dopo il decesso di Liborio Riggi, il 68enne originario di Caltanissetta ma residente a Zoppola morto domenica pomeriggio per le complicanze (a un quadro clinico già complesso) dovute proprio alla suina, l'attenzione all'ospedale Santa Maria degli Angeli è alta. Sebbene, come confermato da Massimo Crapis, responsabile dell'Unità operativa delle malattie infettive dell'Aas5, «siamo ancora nella fase iniziale e l'epidemia è a bassa intensità». Nessun paziente sia trova in condizioni gravi, tali da aver richiesto un trasferimento nei reparti di Medicina d'urgenza e Terapia intensiva. Dei trenta casi accertati, soltanto due si erano sottoposti a vaccinazione. «Per uno riferisce l'infettivologo Crapis la sintomalogia è blanda; per l'altro, trattandosi di paziente oncologico che si sta sottoponendo a cicli chemioterapici, l'immunodepressione ha avuto la meglio sui reali effetti benefici del vaccino». A proposito di vaccinazioni, i primi dati che riguardano il Friuli Venezia Giulia sono tutt'altro che positivi. Degli over 65, ovvero i pazienti maggiormente esposti a complicanze in seguito a un attacco influenzale, soltanto il 55% è ricorso al vaccino. Va leggermente meglio nella Destra Tagliamento dove la percentuale si attesta attorno al 58%: «É comunque ancora troppo bassa allarga le braccia Crapis dal momento che le nostre aspettative erano quelle di arrivare almeno al 75%. É un dato preoccupante, che dimostra come sia radicata una certa disaffezione nei confronti della pratica vaccinale. Episodi come il decesso del 68enne dovrebbero far riflettere sull'importanza della prevenzione, così da scuotere maggiormente le coscienze. Le terapia antinfluenzali possono dare qualche beneficio ma non è detto che venga raggiunto il risultato sperato». Di fatto la campagna vaccinale per quest'anno non si è ancora conclusa tecnicamente è possibile sottoporsi sino a inizio febbraio ma, secondo Crapis, i tempi sono pressoché scaduti. «É tardi fa chiarezza dal momento che il picco è atteso per fine mese e che ci vogliono due settimane perché la vaccinazione possa raggiungere la piena efficacia. Vaccinandosi ora ci sono più probabilità di contrarre l'influenza del tipo N1H1 piuttosto che beneficiare dell'immunità acquisita». Intanto negli ultimi giorni il pronto soccorso del Santa Maria degli Angeli è stato preso d'assalto. «Da Pordenone evidenzia Giorgio Simon, direttore generale dell'Aas5 abbiamo provveduto a trasferire alcuni pazienti a San Vito e Spilimbergo. Per adesso la situazione, sul fronte dei posti letto, è sotto controllo».
Al.Co.
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