CASERME ABBANDONATE
PORDENONE Sul territorio provinciale e in altre città

Venerdì 18 Gennaio 2019
CASERME ABBANDONATE PORDENONE Sul territorio provinciale e in altre città
CASERME ABBANDONATE
PORDENONE Sul territorio provinciale e in altre città della Regione è sempre un gran discutere circa il consumo di suolo, in particolare sulle molte palazzine, aree industriali e commerciali dismesse da tempo, spazi vuoti che rischiano di andare in completa rovina e che diventano ricettacolo per ogni genere di visitors. Ma oltre che in città, occorre dare un'occhiata in zone meno attrattive sul piano urbanistico, e si scopriranno altrettanti buchi neri, aree che necessitano di essere restituite alla comunità o alla natura.
GUERRA FREDDA
È il caso delle aree un tempo vincolate all'uso militare (nel corso della guerra fredda) quali caserme, alloggi militari, basi di lancio, poligoni, aree addestrative, avamposti fortificati. In provincia complessivamente ce ne sono una cinquantina, praticamente tutti ruderi, diversi con seri problemi di staticità, crolli e rischio inquinamento. Ma non è tutto. In diverse caserme l'amianto molto spesso è libero, interi capannoni con i tetti bucati e con il rischio, più che concreto che le particelle possano finire nell'aria. C'è di più. Alcune di queste caserme sono diventate le abitazioni di sbandati, stranieri irregolari e a volte sono utilizzzate anche per lo spaccio di droga. Alcuni Comuni hanno cercato un contatto con il Ministero della Difesa per capire la possibuilità di un acquisto, ma sono stati subito stoppati perchè le cifre richieste sono esorbitanti rispetto alle casse magre degli Enti locali. A questo si devono aggiungere poi i costi di demolizione, smaltimento e soprattutto bonifica. Il risultato è che la gran parte delle aree militari abbandonate in provincia resta in pietoso stato di abbandono. Il dilemma di fondo è: recuperare, salvaguardare qualche esempio di archeologia militare, o restituire alla natura quanto indebitamente sottratto? Mentre burocrati e politici si sbracciano sui tavoli della estenuante trattativa, non resta che fare l'inventario, assai simile a una conta dei danni.
DOVE SONO
Partiamo proprio dalla città capoluogo del Friuli Occidentale, poiché qui insistono l'ex caserma Monti in Comina (ne è allo studio la possibilità di ricollocarvi Vigili del Fuoco e Polstrada e la secolare Mittica di fronte all'ospedale (quartier generale della Brigata Ariete). In quest'ultima esiste una situazione di elevato degrado in alcune sue foresterie abbandonate, che stanno letteralmente collassando. Del resto, la posa della prima pietra risale al giugno del 1912, e si scopre pure che la pregevole palazzina di rappresentanza sita all'ingresso è priva di fondamenta, quindi non godrebbe dei crismi dell'antisismicità. Inoltre, è fresca notizia che lo Stato Maggiore dell'Esercito ha in serbo il potenziamento del centro polifunzionale della Comina (in territorio di San Quirino), dove verosimilmente sarà trasferito l'intero presidio di via Montereale. A Cordovado l'ex area lancio (che per metà ricade oltre regione, in Comune di Teglio Veneto) è in gestione a un'associazione sportiva che pratica il soft air (guerra simulata). L'Aeronautica ha raso al suolo gli ex alloggi in eternit dirimpetto l'ingresso all'area logistica, e quest'ultima è all'inesorabile rovina. Ad Arzene nell'ex casermaggio della «Tagliamento» stenta a decollare il suo cambio di destinazione d'uso ai fini industriali e commerciali. Al già arsenale di Travesio fabbricati e primordiali polveriere collassano, mentre otto più recenti depositi di munizioni costruiti con standard Nato (di cui erano stati elevati i soli muri perimetrali in cemento armato) ristanno quali monumenti allo spreco di denaro pubblico. Anche qui si è pensato a destinare i luoghi a solo parco giochi per la pratica del soft air. Al Dandolo c'è l'ex casermaggio dell'Aeronautica esiste un avamposto stile deserto dei Tartari. Su quello che era il campo di calcio gli americani hanno eretto una serie di fabbricati che simulano i fortini alla Osama Bin Laden, strutture sulle quali si esercitano all'assalto i paracadutisti della 173esima brigata aerotrasportata Usa di Vicenza. Ma tutto intorno, le palazzine e i ricoveri sono allo sfacelo. In area limitrofa c'è la linea dei bersagli (hangar, rotaie, collinette) che è andata in disuso quando un bombardiere americano A-10 la cannoneggiò. L'ex Base missilistica di Fontanafredda è una topaia: la vegetazione spontanea regna incontrastata, i fabbricati sono lugubri fantasmi, e l'intero fondo è usato come deposito agricolo per mezzi e balle di fieno. A Casarsa la «Trieste» è colma di soli progetti accademici. A Sequals la «Sampaoli» è ridotta a mini deposito. A Spilimbergo una boscaglia attanaglia lo spettro della «Zamparo». A Vivaro le palazzine della «De Michiel» implorano di essere rase al suolo. A Caneva (sul Col Gaiardin) e Budoia (Col Grande) ristanno abbandonati i «bussolotti» che facevano da ponte radio. Nel cuore dei Magredi di Vivaro campeggia il pericolante osservatorio «Ariete». Infine, in mezzo a campi e campagne che corrono da Pinzano fin giù a Morsano (appresso il Tagliamento) insistono i manufatti che costituivano una serie di bunker camuffati, postazioni che dovevano simulare la resistenza all'avanzata dell'ipotetico nemico proveniente dall'Est.
Dario Furlan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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