APPALTI
PORDENONE Basta appalti alle imprese di fuori regione. Tuteliamo le imprese del Friuli Venezia Giulia. Lo ribadiscono i consiglieri regionali di Patto per l'Autonomia, Giampaolo Bidoli e il capogruppo Massimo Moretuzzo, che con una mozione - firmata anche da Mara Piccin (FI) e Mariagrazia Santoro (Pd) - avevano sollecitato una discussione in Aula sui contratti e sui lavori pubblici quale occasione di sviluppo per l'intero territorio regionale, prendendo ad esempio le due Province autonome di Trento e Bolzano che già legiferano in tema di appalti e contratti pubblici, prevedendo anche interventi di agevolazione per la partecipazione agli appalti delle piccole e medie imprese locali. I lavori pubblici sono un settore fondamentale e imprescindibile per l'economia e la società della nostra regione - commentano i due consiglieri dopo il voto favorevole dell'Aula -. Abbiamo invitato il Governo regionale ad attivarsi affinché, attraverso l'azione della Commissione paritetica, ci si impegni a esercitare le competenze autonome del Friuli Venezia Giulia per adottare una normativa regionale propria su appalti e lavori pubblici. Questo per due motivi: semplificare e velocizzare le procedure a favore delle stazioni appaltanti e privilegiare nell'assegnazione dei lavori le imprese del nostro territorio, cosicché le opere pubbliche possano essere realizzate in maniera efficiente e con una profonda ricaduta economica e sociale sulla regione. Con la mozione, Bidoli e Moretuzzo hanno chiesto alla Giunta di dar corso alla volontà di regolare a livello territoriale alcuni aspetti della materia dei lavori pubblici già manifestata dall'amministrazione regionale attraverso alcune direttive vincolanti emanate in materia (seppure non sempre applicate dalle stazioni appaltanti, anche a causa di alcuni dubbi sulla qualificazione giuridica delle stesse), frutto del confronto con associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e Anci, a dimostrazione del fatto che lo stesso tessuto economico e la comunità regionale sono sensibili al tema. La disciplina regionale - concludono i due consiglieri - dovrebbe dare seguito e potenziare le linee ispiratrici delle direttive vincolanti, per adottare regole e processi plasmati sui concreti bisogni della realtà regionale.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Basta appalti alle imprese di fuori regione. Tuteliamo le imprese del Friuli Venezia Giulia. Lo ribadiscono i consiglieri regionali di Patto per l'Autonomia, Giampaolo Bidoli e il capogruppo Massimo Moretuzzo, che con una mozione - firmata anche da Mara Piccin (FI) e Mariagrazia Santoro (Pd) - avevano sollecitato una discussione in Aula sui contratti e sui lavori pubblici quale occasione di sviluppo per l'intero territorio regionale, prendendo ad esempio le due Province autonome di Trento e Bolzano che già legiferano in tema di appalti e contratti pubblici, prevedendo anche interventi di agevolazione per la partecipazione agli appalti delle piccole e medie imprese locali. I lavori pubblici sono un settore fondamentale e imprescindibile per l'economia e la società della nostra regione - commentano i due consiglieri dopo il voto favorevole dell'Aula -. Abbiamo invitato il Governo regionale ad attivarsi affinché, attraverso l'azione della Commissione paritetica, ci si impegni a esercitare le competenze autonome del Friuli Venezia Giulia per adottare una normativa regionale propria su appalti e lavori pubblici. Questo per due motivi: semplificare e velocizzare le procedure a favore delle stazioni appaltanti e privilegiare nell'assegnazione dei lavori le imprese del nostro territorio, cosicché le opere pubbliche possano essere realizzate in maniera efficiente e con una profonda ricaduta economica e sociale sulla regione. Con la mozione, Bidoli e Moretuzzo hanno chiesto alla Giunta di dar corso alla volontà di regolare a livello territoriale alcuni aspetti della materia dei lavori pubblici già manifestata dall'amministrazione regionale attraverso alcune direttive vincolanti emanate in materia (seppure non sempre applicate dalle stazioni appaltanti, anche a causa di alcuni dubbi sulla qualificazione giuridica delle stesse), frutto del confronto con associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e Anci, a dimostrazione del fatto che lo stesso tessuto economico e la comunità regionale sono sensibili al tema. La disciplina regionale - concludono i due consiglieri - dovrebbe dare seguito e potenziare le linee ispiratrici delle direttive vincolanti, per adottare regole e processi plasmati sui concreti bisogni della realtà regionale.
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