Addio del Comune all'Uti del Noncello Ma per le imprese resta lo Sportello

Domenica 17 Febbraio 2019
RIFORMA ADDIO
PORDENONE Da Trieste arriva il rompete le righe e Pordenone non se lo fa ripetere e fa il suo primo passo fuori dall'Uti del Noncello. Domani sera, infatti, il Consiglio comunale (convocato per le 17.30) sarà chiamato ad approvare la delibera con la quale il Comune si riprende una serie di funzioni che erano state conferite nell'Unione territoriale del Noncello. Con poche eccezioni, come quella dello Sportello unico per le attività produttive (Suap). Nulla di nuovo, naturalmente, per quelle funzioni che il Comune aveva già scelto di continuare a gestire direttamente, ossia il personale, la Polizia locale (in seguito passata alla gestione associata assieme a Cordenons) e i servizi tributari. In gioco ci sono dunque le attività produttive (compreso lo Sportello unico), il catasto (a eccezione delle funzioni rimaste in capo allo Stato), la programmazione e pianificazione territoriale sovracomunale, il coordinamento della pianificazione di protezione civile, l'elaborazione di progetti per i finanziamenti europei. Con la legge regionale 31/2018, che ha modificato la legge del 2014, la gestione associata è diventata facoltativa e per i Comuni si è aperta la possibilità di revocare la gestione associata delle funzioni esercitate tramite l'Uti. E nell'Assemblea dei sindaci dell'Uti del Noncello si sono aperte le porte per la fuga da questa forma di collaborazione, per passare eventualmente a singole convenzioni. Una situazione della quale aveva preso atto il presidente Giuseppe Gaiarin, sottolineando però la necessità di queste convenzioni: Cacciamo le Uti dalla porta e rientreranno dalla finestra, perché i Comuni più piccoli non hanno personale - o non hanno personale adeguatamente formato - per gestire in proprio tutti i servizi. Non è naturalmente il caso del Comune di Pordenone, che pure non ha rinunciato a tutte le collaborazioni.
ATTIVITÀ ECONOMICHE
In particolare, si è stabilito di proseguire la collaborazione per lo Sportello unico, mentre per le competenze in materia di pianificazione delle attività produttive si è ritenuto più efficace che ogni Comune si riprenda le prerogative. L'esperienza del 2018, si sostiene infatti nella delibera, ha dimostrato che la gestione tramite l'Uti della funzione pianificatoria del commercio ha comportato duplicazioni di atti e tempistiche laboriose e allungate. Resta operativa, inoltre, anche la convenzione fra il Comune di Pordenone e l'Uti per il supporto alle attività di staff. Diversi, tuttavia, i tempi di uscita dalle funzioni associate: se per le attività produttive l'approvazione avrà decorrenza immediata, per tutte le altre funzioni il momento dell'uscita sarà deciso dall'Assemblea Uti. Quanto al Suap, il Comune si dichiara disponibile a continuare la gestione associata (peraltro avviata prima ancora dell'avvento delle Uti assieme a Roveredo e Fontanafredda) mediante una convenzione per la costituzione di un ufficio associato. Resta poi aperta la porta nei confronti di ulteriori convenzioni in settori che il Comune definisce già da ora, quali la Polizia locale (a questo proposito, è già stato lanciato un invito alla prossima amministrazione di Roveredo, che aveva abbandonato Pordenone per entrate nell'Uti), Politiche europee e sistemi informativi.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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