LA TRUFFA
PORDENONE Aveva acquistato due auto con bonifici falsi. Marco Martignago, 48 anni, di Treviso, ieri è stato condannato dal Tribunale di Pordenone a 10 mesi di reclusione e 500 euro di multa. All'uomo - che negli ultimi cinque anni aveva già avuto problemi con la giustizia - il giudice Piera Binotto non ha concesso la sospensione della pena.
La vicenda risale all'aprile 2016. Martignago si era rivolto al concessionario Sina Spa di Pordenone dicendo che voleva acquistare due macchine: un'Alfa Romeo Giulietta e una Fiat Panda. Aveva concordato il pagamento con bonifico bancario. Aveva inviato le copie dei bonifici via e-mail e si era presentato nel salone di Pordenone con copia di uno dei bonifici per ritirare la Giulietta. La transazione, però, non è mai andata a buon fine. La banca era la Hsbc Bank, che contattata da Sina aveva comunicato che i due bonifici erano stati falsificati. «L'istituto di credito - spiega l'avvocato Laura Presot - non proponeva quel genere di finanziamento con privati. Il concessionario ha sporto denuncia. A ritrovare la Giulietta sono i carabinieri e l'auto è stata poi rivenduta di seconda mano. Alla fine il danno è stato minimale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Aveva acquistato due auto con bonifici falsi. Marco Martignago, 48 anni, di Treviso, ieri è stato condannato dal Tribunale di Pordenone a 10 mesi di reclusione e 500 euro di multa. All'uomo - che negli ultimi cinque anni aveva già avuto problemi con la giustizia - il giudice Piera Binotto non ha concesso la sospensione della pena.
La vicenda risale all'aprile 2016. Martignago si era rivolto al concessionario Sina Spa di Pordenone dicendo che voleva acquistare due macchine: un'Alfa Romeo Giulietta e una Fiat Panda. Aveva concordato il pagamento con bonifico bancario. Aveva inviato le copie dei bonifici via e-mail e si era presentato nel salone di Pordenone con copia di uno dei bonifici per ritirare la Giulietta. La transazione, però, non è mai andata a buon fine. La banca era la Hsbc Bank, che contattata da Sina aveva comunicato che i due bonifici erano stati falsificati. «L'istituto di credito - spiega l'avvocato Laura Presot - non proponeva quel genere di finanziamento con privati. Il concessionario ha sporto denuncia. A ritrovare la Giulietta sono i carabinieri e l'auto è stata poi rivenduta di seconda mano. Alla fine il danno è stato minimale».
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