Violentata e rapinata, 7 anni al suo aguzzino

Sabato 16 Febbraio 2019
LA SENTENZA
PADOVA Violentata, rapinata e picchiata. Trascinata in un giardino di una casa abbandonata, non lontano dalla Fiera, e abusata per ore da due tunisini. Uno di loro, l'altro non è mai stato identificato, ieri mattina davanti ai giudici del Tribunale collegiale è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione. Si chiama Houcine Souilah, 28 anni, fermato il 25 gennaio grazie a un controllo dei carabinieri in zona Pescarotto, proprio nel rione della Fiera. È l'amico di Hamdi Mejiri, il connazionale di 30 anni finito in manette per le numerose spaccate sulle auto alla Stanga.
LA VIOLENZA
Era il pomeriggio del 25 luglio del 2016 quando una ragazza veneziana di 23 anni, stava passeggiando vicino alla Fiera per raggiungere l'abitazione di un'amica. Durante il tragitto, sotto il sole, secondo il suo racconto, è stata avvicinata da due giovani nordafricani.
Due chiacchiere per presentarsi e la richiesta da parte dei due maghrebini di una sigaretta. La giovane ha frugato nel suo zaino alla ricerca del pacchetto, ma non ha avuto il tempo di prenderlo che è stata trascinata con forza all'interno della recinzione di una casa abbandonata di via Orlandini. Le sue urla disperate non sono servite a nulla, perchè nessuno le ha sentite. I due tunisini le hanno bloccato le braccia e l'hanno afferrata per il collo, così da immobilizzarla. Poi hanno abusato per ore di lei, sussurrandole di stare tranquilla. Un inferno.
LA RAPINA
I due, senza pietà, dopo averla violentata tra le sterpaglie di quel giardino abbandonato, l'hanno picchiata e rapinata. Le hanno strappato lo zainetto che portava sulle spalle, rubandole un telefono cellulare marca Samsung Galaxi S7 Edge del valore di 700 euro. Poi, con il bottino in mano, sono scappati dileguandosi per le strade del rione Pescarotto e facendo perdere le proprie tracce. La giovane, insanguinata e sotto choc, è rimasta per qualche minuto nella casa diroccata di via Orlandini. Poi si è alzata per andare a chiedere aiuto.
IL PROCESSO
La ragazza veneziana si è recata al pronto soccorso dell'ospedale civile dove i medici, dopo averla visita, hanno appurato la violenza sessuale e l'hanno dimessa con una prognosi di cinque giorni.
È così scattata la denuncia e la Procura ha ordinato le indagini. La giovane è riuscita a riconoscere uno dei suoi due aggressori attraverso le foto segnaletiche, mentre il secondo aguzzino non è mai stato identificato. Così alla sbarra per i reati di violenza sessuale, rapina e lesioni personali è finito il tunisino di 28 anni Houcine Souilah. Il pubblico ministero ha chiesto per il nordafricano una condanna a otto anni di reclusione, mentre l'avvocato Luca Motta ha chiesto prima l'assoluzione per insufficienza di prove e in seconda battuta l'esclusione dell'aggravante della violenza di gruppo, il minimo della pena e le attenuanti generiche. I giudici del Tribunale collegiale hanno condannato il 28enne straniero a sette anni e 6 mesi di reclusione.
Durante le indagini è emerso che la 23enne veneziana all'epoca dei fatti faceva uso di sostanze stupefacenti e forse quel maledetto pomeriggio del 25 luglio di tre anni fa era arrivata in città per acquistare dell'eroina. I carabinieri lo scorso 25 gennaio al Pescarotto hanno fermato e arrestato, proprio il tunisino di 28 anni Houcine Souilah su ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita come aggravamento della misura del divieto di dimora nella provincia di Padova. Houcine è stato spesso visto in compagnia di Hamdi Mejri, il connazionale 30enne finito in manette per le numerose spaccate sulle auto alla Stanga.
Marco Aldighieri
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