Verdi, s'alza il sipario sulla nuova facciata

Domenica 17 Febbraio 2019
L'INTERVENTO
PADOVA Dopo 150 giorni di cantiere il sipario si è alzato. Mostrando il fascino, complice anche il rosa pastello scelto per incipriare il monumento, e la suggestione che suscita questo magnete della cultura disegnato da Giuseppe Jappelli. Ieri, infatti, durante una festa a cui hanno presenziato anche numerosi cittadini, sono state tolte le impalcature che fasciavano il Teatro Verdi per far vedere la facciata fresca di restauro. Per restituire alla città uno dei simboli del suo patrimonio culturale, artistico e architettonico, è stato necessario un intervento costato al Comune 150mila euro, che rappresenta il primo step di una serie di lavori per mantenere in buona salute la struttura ottocentesca, già oggetto nel 1999 di un maquillage radicale: il prossimo, programmato per l'anno prossimo, riguarderà la sistemazione dei portici e dell'ingresso. A svelare il volto rimesso a nuovo del monumento sono stati Andrea Colasio, titolare a Palazzo Moroni della delega alla Cultura, e Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto. Il restyling è consistito nella pulizia degli intonaci, nel restauro degli elementi lapidei, tra cui le piccole sfingi che erano a rischio crollo, e nella messa in sicurezza dei tetti. La tonalità del rosa utilizzato per dipingere la facciata è lo stesso usato a Roma per la Basilica di San Pietro e che, a seconda della luce, e in particolare al tramonto, dà effetti cromatici diversi e bellissimi.
LE MOTIVAZIONI
«Abbiamo restituito al Teatro l'antica bellezza - ha sottolineato Colasio - intervenendo preventivamente, con una metodologia basata sulla conservazione programmata, per evitare l'usura del bene. Il Verdi è un sito emblematico della città, come il Pedrocchi e il Santo, dove si vede l'impronta dello Jappelli. Essendo stato realizzato nel 1751, ha attraversato la storia della città, le fasi ottocentesche e le guerre del secolo scorso. Rappresenta una Padova in cui tutti i luoghi devono essere all'altezza di una città che ha l'ambizione di diventare patrimonio Unesco. É uno spazio aperto alla città, ricco di magia». «A Padova - ha osservato ancora l'assessore - sta accadendo qualcosa. La città sta cambiando pelle e lo Stabile ha una parte importante in questo scenario, perché vogliamo che torni a essere teatro nazionale, in sintonia con Beltotto che sta lavorando affinché il contenitore sia all'altezza delle ambizioni dell'unico Teatro Stabile del nordest. La diversificazione dell'offerta lo sta rilanciando e il restauro fatto dal Comune va in questa stessa direzione. Lo spettacolo dal vivo è sempre più raro perché siamo abituati alla multimedialità. Metà dei ragazzini padovani non è mai entrata in un teatro ed è un errore a cui dobbiamo rimediare portandoci le scolaresche. Beltotto sta diversificando l'offerta culturale ed è una strategia vicente». «Nell'antichità - ha aggiunto il presidente dello Stabile - non si dava la patente di città a quelle che non avevano un teatro. Questo, nato dal basso, è un cuore pulsante in mezzo alla città. Oggi sta tornando di moda e piace anche ai giovani: nonostante il disagio del cantiere, infatti, negli ultimi mesi al botteghino abbiano registrato un aumento del 15% degli incassi, con un incremento del pubblico pari al 5% e con ben 400 aperture di sipario. L'obiettivo è ora quello di portare tutti, a partire dai 5 anni davanti al palco. Ci saranno spettacoli nelle periferie, oltre che al Verdi e alle Maddalene»
LA PROPOSTA
Beltotto ha infine annunciato la novità a cui sta lavorando. «Per il futuro vogliamo che i cittadini diventino padroni e gestori in prima persona del proprio teatro. Come? Con l'acquisto di una quota, diversificata a seconda delle possibilità. Stiamo costituendo un Comitato, che sarà presieduto da Elena Graziati, con l'obbiettivo di favorire questa sottoscrizione popolare, così suddivisa: 50 euro per i soci junior, 100 per gli ordinari e sopra i 300 per i sostenitori, o per le famiglie. Nel momento in cui avremo raccolto 5mila adesioni, un rappresentante di nomina popolare entrerà a tutti gli effetti a far parte del consiglio di amministrazione del Teatro stesso, con poteri decisionali in ogni ambito, compresa la scelta delle rappresentazioni. Chi sottoscrive l'adesione, in cambio può beneficiare di agevolazioni e sconti. E il biglietto d'ingresso sarà valido al Verdi, al Goldoni e alle Maddalene».
Nicoletta Cozza
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