«Pugno alla gola per strappargli la pistola»

Venerdì 16 Ottobre 2020
«Pugno alla gola per strappargli la pistola»
L'INTERROGATORIO
PADOVA Ormai la linea difensiva della coppia è tracciata. Luca Zanon non si è discostato dal racconto della compagna Silvia Maran. L'elettricista di Predazzo, indagato per lesioni personali aggravate ai danni dell'avvocato Piero Longo, è stato sentito per un paio d'ore dal pubblico ministero Roberto D'Angelo assieme al dirigente della Squadra mobile Carlo Pagano. Zanon, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Patrizio Janniello, è stato subito incalzato dal pubblico ministero D'Angelo. Il magistrato gli ha contestato il fatto che dalle immagini si vede Silvia Maran aggredire per prima Longo. Zanon ha detto di non ricordare chi abbia alzato le mani per primo ma ha tenuto a specificare che non vi era alcuna volontà di compiere una spedizione punitiva. Lo scopo della visita era quello di favorire un chiarimento tra il legale e Rosy. Il fatto che Longo fosse sceso in strada armato avrebbe però fatto degenerare ben presto la discussione. E dalle parole si sarebbe passati presto ai fatti.
IL TIMORE
L'elettricista temeva per la propria incolumità e per quella della compagna. Di fronte ad una pistola c'era il rischio che si consumasse una tragedia. E l'imperativo era quello di portargli via l'arma. Zanon ha spiegato che l'ex senatore di Forza Italia gli avrebbe sparato da distanza ravvicinata il primo colpo di pistola. Era convinto di essere stato ferito ma in un attimo aveva realizzato che si trattava di un colpo a salve. Lo sparo l'aveva però impaurito. E si era reso conto della necessità di disarmare l'avvocato, in particolare quando avrebbe puntato la pistola alla testa della commercialista. Zanon provava ripetutamente a stringergli le mani per immobilizzarlo e portargli via la Smith & Wesson calibro 38. Dal canto suo Silvia Maran cercava di tenerlo fermo da dietro. É durante questa colluttazione che Longo avrebbe sparato un altro colpo, stavolta un proiettile vero, in direzione della commercialista che gli dava le spalle, senza peraltro colpirla. Il proiettile sarebbe finito sul pavimento.
LA REAZIONE
A quel punto Zanon avrebbe letteralmente perso la testa aggredendo con ferocia l'avvocato. I due sarebbero finiti a terra e in quel frangente sarebbe partito l'altro colpo, quello conficcatosi nella vetrata del portone d'ingresso del palazzo. L'elettricista ne avrebbe approfittato per avventarsi su Longo e scaricargli addosso una serie di pugni, l'ultimo dei quali l'avrebbe raggiunto alla gola, quasi impedendogli di respirare. Il legale non avrebbe più avuto la forza di reagire e Zanon sarebbe finalmente riuscito a sottrargli la pistola dalle mani.
Poi la coppia, seguita da Rosanna C., rimasta sempre in strada, si sarebbe velocemente allontanata dall'abitazione di Longo. Una volta arrivati a casa della Maran avrebbero allertato il 113 raccontando l'accaduto e mettendo la pistola a disposizione dei poliziotti della volante.
Alla Procura non resta ora che raccogliere la deposizione della vittima. Con tutta probabilità nell'arco della prossima settimana il sostituto D'Angelo convocherà l'avvocato Longo, le cui condizioni di salute vengono definite in lento miglioramento.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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