MONTAGNANA
«Tutte noi siamo contaminate, abbiamo usato per anni acqua inquinata

Venerdì 11 Gennaio 2019
MONTAGNANA
«Tutte noi siamo contaminate, abbiamo usato per anni acqua inquinata dai Pfas e avvelenato i nostri figli allattandoli al seno. Quella del Basso Veneto è un disastro che non deve ripetersi. Al ministro dell'Ambiente chiediamo di fornire quindi una documentazione adeguata su questo disastro e sulle conseguenze sanitarie che ha provocato. Il limite alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche presenti nell'acqua destinata a consumo umano deve essere pari a zero». C'è fermezza e determinazione nelle parole delle Mamme No Pfas che ieri mattina, dalle 13 alle 14, hanno incontrato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa nella sala conferenze stampa della Camera dei Deputati. La delegazione, a cui hanno preso parte anche alcune referenti del gruppo Zero Pfas Montagnana, è stata invitata dai deputati del Movimento 5 Stelle per presentare ufficialmente il video Pfas in the water, to ensure that this never happens again Pfas nell'acqua, per garantire che ciò che è accaduto non accada mai più. Nel filmato, che circola in rete da metà dicembre, 30 famiglie venete dell'area contaminata si rivolgono ai ministri dell'Ambiente europei per sensibilizzarli sulla necessità di porre limiti pari a zero per tutti i Pfas. A breve, infatti i ministri dei 28 paesi membri si riuniranno al Parlamento europeo per riformulare la Direttiva europea sulla qualità dell'acqua destinata al consumo umano.
CREDIBILITÀ
«Con quale credibilità l'Italia si presenterà all'Europarlamento se non ha ancora fissato limiti nazionali? hanno incalzato le Mamme Questo buco normativo (la Regione Veneto ha abbassato i limiti di tolleranza nel 2017, ndr) ha permesso che un disastro ambientale come quello del Basso Veneto accadesse a norma di legge e rende più difficile, ora, punire i colpevoli. Il Parlamento europeo, nel rivedere la Direttiva non ha preso in considerazione i Pfas di nuova generazione, quelli a catena corta, che sono altrettanto se non addirittura più pericolosi rispetto a quelli a catena lunga. Dobbiamo aspettare altri 40 anni e chissà quante morti prima di intervenire? Le aziende continuano a produrre sostanze perfluoroalchiliche sostenendo che non esistono alternative, quando in realtà non è così: i prodotti alternativi ci sono, anche se non vengono ancora commercializzati su ampia scala». «Non abbiamo più tempo» è il ritornello che ha scandito l'intervento delle Mamme No Pfas: secondo loro l'Italia deve fissare limiti nazionali pari a zero per proteggere la popolazione, diventando così un esempio credibile per le altre nazioni europee. La delegazione ieri voleva uscire dalla sala stampa della Camera con una risposta precisa sulle tempistiche di intervento da parte del governo, invece il ministro non si è sbilanciato, assicurando però di essere al lavoro su più fronti. «Devo rispettare i tempi lunghi della burocrazia. ha affermato Costa A livello nazionale finora abbiamo costituito un gruppo di lavoro con l'Istituto superiore di Sanità, il Cnr e l'Ispra, gli istituti di riferimento per materie come queste, e abbiamo formulato le linee-guida che andranno discusse nella Commissione permanente Stato-Regioni». Per fissare il limite il governo centrale non dovrà confrontarsi soltanto con le Regioni, ma anche con le autorità distrettuali di Bacino. Il ministro si è soffermato anche sulla vicenda Miteni, l'azienda di Trissino (Vicenza) ritenuta la principale responsabile dell'inquinamento delle falde acquifere. «Ci sono gli estremi per inserirci nel piano industriale presentato dalla curatela fallimentare e chiedere sia la bonifica che il risarcimento dei danni, di cui abbiamo già chiesto una stima. Nel frattempo abbiamo erogato già la prima tranche di fondi, pari a 46, 1 milioni di euro per la costruzione di condotte idriche che garantiscano acqua pulita all'area contaminata». Sul versante europeo Costa ha spiegato che non sarà facile modificare a ribasso i livelli di Pfas tollerati dalla direttiva europea: «Stiamo cercando di sensibilizzare e convincere altri paesi europei, ma non è facile».
Maria Elena Pattaro
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