Migranti, nuovo bando della Prefettura L'accoglienza per 1.400 costa 37 milioni

Giovedì 21 Marzo 2019
LE DISPOSIZIONI
PADOVA È uscito ieri il nuovo bando della Prefettura per l'accoglienza dei richiedenti asilo nel territorio di Padova e provincia. Il bando risente fortemente delle nuove norme volute dal ministero dell'Interno nel decreto sicurezza e immigrazione del novembre scorso. La più clamorosa è che sono finiti i tempi in cui un migrante valeva 35 euro al giorno su base d'asta per fornirgli vitto, alloggio, sostegno psicologico, visite mediche, corsi di italiano. Adesso la base d'asta parte da 18 euro. Dunque bisognerà vedere quante cooperative se la sentiranno, per carità cristiana più che per guadagno, di partecipare.
LE STRUTTURE
Il bando è il primo dopo la chiusura del grande hub di Bagnoli, che ha sancito la fine delle concentrazioni e l'avvento massiccio dell'accoglienza diffusa sul territorio. Proprio per questo la prefettura prevede 1.400 posti in centri costituiti da singole unità abitative con capacità ricettiva fino a d un massimo di 50 posti. Che è una tipologia propria della legge. Ma si riserva anche di aprire un secondo bando per 300 posti per centri collettivi, più avanti. Qual è la differenza? Un centro collettivo è un albergo o un agriturismo dove certi servizi, come la lavanderia vengono effettuati e pagati dal gestore. Nel primo caso invece gli immigrati sono aiutati a lavare i panni in lavatrice e a prepararsi i pasti da soli. La Prefettura presume di poter iniziare il servizio il 15 giugno di protrarlo per due anni. L'importo di gara è di 37 milioni e 092mila euro.
L'ultimo bando fu emesso a fine dicembre 2016 e valeva per due anni il 2017 e il 2018, più 6 mesi del 2019. Era diviso in due lotti. Duemila posti nella diffusa, quella a piccoli gruppi, e 800 in quella negli hub, come Bagnoli. Valeva in totale 87,5 milioni di euro, l'esplosione massima della spesa, dal momento che il primo bando nel 2014 era per 250 richiedenti, 1,3 milioni. Il secondo, nel 2015 era per altri 250 (1,8 milioni). All'epoca l'accoglienza in strutture dello stato come Bagnoli fu aggiudicata a 23,32 euro al giorno quella invece in edifici trovati dai partecipanti a 34,90 euro.
Tre anni fa si presentarono 28 cooperative, 14 riunite in un solo cartello. Guadagni stimati intorno al 15 per cento. Insomma una coop con 30 migranti incassava 6mila euro al mese. Ma doveva assicurare una serie notevole di servizi. Oggi che cosa resta? Ovviamente i gestori sono obbligati a fornire il servizio di mediazione linguistica e di informazione sulle norme così come l'assistenza sanitaria, la pulizia, lo smaltimento rifiuti, l'aiuto sociale e il trasporto da e per la Commissione prefettizia che deve giudicare se hanno diritto allo status di rifugiato.
GLI OBBLIGHI
Certo per capire come sono cambiate le cose bisogna leggere l'allegato A alla legge al capitolo dedicato capienza 50 posti che è la tipologia più diffusa. A farne le spese sono i corsi di italiano (10 ore) e lo psicologo, con le ore di mediazione culturale, cioè di integrazione, ridotte da 74 a 10. Poi 3 ore di formazione a settimana sulle norme, 6 ore di assistente sociale, un medico in pronta disponibilità 4 ore al giorno per sette giorni, 1 operatore per 4 ore al giorno a partire dalle 20, un operatore diurno per 8 ore al giorno.
Siamo all'osso. E come fare a starci dentro ai 18 euro? Il personale deve costare 7,40 euro, i trasporti 0,60, gli attrezzi per le pulizie 0,11, la struttura con l'affitto e le utenze 3,93 euro. E che vada bene se il kit di primo ingresso, 150 euro, sia già stato dato allo sbarco, così come la scheda telefonica da 5 euro (erano 15). Chiude la paghetta giornaliera, 2,50 euro.
Mauro Giacon
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