La violenza sulle donne: boom di casi

Giovedì 13 Dicembre 2018
LA CASISTICA
PADOVA«Ogni donna conta. Numeri e parole del femminicidio», questo il tema affrontato in un dibattito nell'aula Nievo del Bo, promosso dal Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Ateneo e dal Centro Veneto Progetti Donna. Un incontro per raccontare il femminicidio attraverso i dati, ma anche le storie di donne che hanno vissuto la violenza sulla loro pelle. «Il Veneto per quanto concerne i femminicidi vive una situazione migliore di quella del resto della nazione e in Italia se ne registra un numero inferiore rispetto alle altre nazioni europee - esordisce Gianpiero dalla Zuanna, docente universitario -. Lo scorso anno, secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine, sul territorio nazionale c'è stato un omicidio volontario, questa la tipologia del femminicidio, ogni 45 giorni. In Veneto, nonostante la media più bassa delle altre regioni, gli omicidi volontari di donne sono in numero superiore rispetto a quelli perpetrati dalla criminalità». Dalla Zuanna distingue poi due tipi di femminicidio. «Siamo di fronte a femminicidi tradizionali, quelli che un tempo erano delitti d'onore e quelli che io definisco postmoderni - spiega -. Sono legati a separazioni e divorzi e si verificano quando l'uomo non riesce ad accettare la fine di un rapporto». Sono molte le donne che si rivolgono ai centri specializzati antiviolenza. «Nel corso del 2017 50mila hanno chiesto aiuto, 20mila situazioni sono state risolte in diversi modi, mentre sono 30mila invece quelle prese in carico dai Centri - sottolinea -. Il Centro Donna svolge infatti un lavoro importantissimo. Molte lo interpellano in quanto non scatta la denuncia al partner». Di grande importanza anche il 1522, il numero antiviolenza e stalking attivo 24 ore su 24. «Le operatrici specializzate che raccolgono le richieste delle donne attivano la procedura di aiuto e, se il caso lo richiede, informano polizia o carabinieri - chiude Dalla Zuanna -. Questo servizio contribuisce a tenere basso il numero dei femminicidi insieme al fatto che in Italia le armi sono poco diffuse. In molti casi siamo di fronte a omicidi-suicidi che lasciano degli orfani di cui ci si deve occupare». A illustrare i dati di Padova e provincia il Centro Veneto Progetti Donna. «Auspichiamo che anche in Veneto sia istituito il Centro Antiviolenza al pronto soccorso almeno nei capoluoghi come esiste all'ospedale Niguarda di Milano - esordisce Patrizia Zantedeschi -. Ora però le cose principali sulle quali puntare è implementare la rete, potenziare i Centri, ma soprattutto che i fondi vengano erogati con regolarità per i progetti che avviamo e non arrivino, come ora, con notevoli ritardi». Nei primi 10 mesi di quest'anno sono state 907 le donne che si sono rivolte al Centro accompagnate da 632 figli minori: di queste 549 sono italiane, 15 straniere naturalizzate e 224 immigrate. Per 119 di loro non è stata rilevata la nazionalità. Numeri che superano già il totale del 2017. Sono 547 quelle vessate dal partner, o da un ex, e solo in 12 casi l'autore delle violenze era un estraneo. In 581 casi si è trattato di violenza psicologica, con umiliazioni offese e minacce, 458 invece erano state le donne picchiate. Sono stati riscontrati anche 198 casi di violenza economica, con il partner che esercitava totale controllo sulle entrate negandone l'indipendenza. Sono stati 94 invece gli episodi di violenza sessuale esercitata in vari modi, 79 i casi di stalking: per 32 vittime si sono aperte le porte delle case di accoglienza, dove sono state accolte con i figli, 40 minori e 3 maggiorenni. Di tutte le donne che hanno richiesto aiuto, 334 erano sposate, 174 nubili, 86 separate, 80 conviventi, 38 divorziate e 7 vedove, mentre per 188 non è stato accertato lo stato civile.
Luisa Morbiato
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