L'INTERVISTA
PADOVA Calci alla gallina in mezzo alla strada per poi pubblicare

Mercoledì 16 Gennaio 2019
L'INTERVISTA
PADOVA Calci alla gallina in mezzo alla strada per poi pubblicare tutto su Instagram. Prima ancora, nei mesi scorsi, selfie pericolosi sui binari ferroviari oppure sui tetti dei palazzi. Perché i ragazzini di oggi arrivano a tanto? Lo chiediamo alla dottoressa Silvia Rizzi, psicologa e psicoterapeuta, esperta di bullismo giovanile. «In questi casi non stiamo parlando di disagio psichico - premette Silvia Rizzi -. Questi ragazzi molto spesso sono in grado di sapere ciò che fanno e la gravità di ciò che commettono».
Dottoressa, ad invogliare questi ragazzi è la vetrina dei social?
«La devianza è sempre esistita, la noia pure, il vandalismo anche. La questione non risiede nella tecnologia, ma nei cambiamenti indotti sotto il profilo comunicativo e relazionale che in vari casi hanno sfaldato altri punti di riferimento non più stabili. I social sono il prodotto delle persone che si celano dietro una tastiera. E le persone rappresentano lo spaccato della società in cui viviamo. Quando accadono fenomeni di questo tipo, che hanno maggiore visibilità proprio per la diffusione che i social permettono, siamo tutti pronti a fare i social-psicologi. Dopo il transitorio putiferio che termina dopo qualche giorno, non si smuove nulla, fino al prossimo evento che busserà nuovamente alle porte dei media. Nel mentre il nulla, quel nulla contro cui si trovano a combattere quotidianamente troppi giovani, quel nulla che troppi di loro hanno dentro, che devasta tutto ciò che trova nella loro psiche, nella loro interiorità».
Come combattere questo fenomeno?
«A noi adulti il compito di regalare la conoscenza prima dello smartphone. Il web è una risorsa ma io avviso sempre genitori e adolescenti di un aspetto molto importanti: se il web non lo sai usare, ti farai usare».
I ragazzini protagonisti di quest'ultimo video sono stati denunciati. Un intervento simile da parte della polizia può essere utile alla loro educazione?
«La violenza è violenza e va denunciata sempre, senza se e senza ma, anche con una conseguente presa di posizione delle autorità competenti. Di certo, tuttavia, questo non è sufficiente a rispondere all'esigenza di istruire ed educare al mondo virtuale e ad una reale consapevolezza della conseguenza delle proprie azioni».
Dopo molti casi di bullismo giovanile, si scopre che i protagonisti avevano alzato troppo il gomito durante la serata. L'alcol può far aumentare gli atteggiamenti da bulli?
«Numerosi studi hanno messo in luce che tutti, senza distinzioni di genere sessuale di appartenenza, tendono a essere più aggressivi e violenti quando assumono sostanze come l'alcol. E' presumibile concludere che l'alcol sia una concausa che amplifica in modo considerevole la componente violenta del comportamento umano e riduca in modo altrettanto considerevole capacità di analisi delle conseguenze della propria condotta. Certamente si riscontrano delle variabilità individuali, ma è indubbio che con l'assunzione di alcol si rischi più facilmente di infrangere regole e mettere in pericolo se stessi e gli altri».
Gabriele Pipia
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