IL PERSONAGGIO
PADOVA Discreto e di poche parole. Così era Alberto Vazzoler

Domenica 27 Maggio 2018
IL PERSONAGGIO
PADOVA Discreto e di poche parole. Così era Alberto Vazzoler quando camminava e si muoveva per le strade del centro di Padova. Tanto nei bar di piazza dei Frutti, dove aveva un super attico al civico 38 che gli è stato sequestrato, quanto nella tabaccheria davanti casa, Vazzoler entrava, consumava o comprava, e poi andava via. Poche parole, mai una confidenza. Una vita riservata che si è svelata di colpo ieri mattina quando la notizia dell'arresto per l'accusa di riciclaggio da oltre 46 milioni di euro mossa a «quell'uomo che passava veloce davanti alla vetrina», ha fatto a tutti un effetto strano.
I COMMERCIANTI DELLA PIAZZA
«Non l'ho mai visto entrare o uscire dall'appartamento», racconta l'edicolante che ha la sua attività proprio in faccia alla porta del civico 38. Era lì, all'ultimo piano, che Vazzoler si era costruito il suo regno privato da 233 metri quadri e un valore che sfiora il milione di euro. Alle pareti tele di valore, una sala per la vasca idromassaggio con tanto di cuori rossi come cuscini, dove appoggiare la testa per lasciarsi massaggiare dalla doccia a cascata. Poi una vista da sogno, con il palazzo della Ragione a fare da fedele compagno quotidiano ogni volta che Vazzoler e i suoi ospiti mettevano fuori la testa. «Veniva qui a comprare le sigarette racconta Stefano, proprietario del negozio Club della Pipa, in via Marsilio, all'angolo con piazza dei Frutti ma non era un cliente con cui si parlava tanto. Entrava, comprava e andava via. Posso dire che si è sempre mostrato gentile, non dava l'idea di essere una persona che muoveva così tanto denaro, l'atteggiamento era casual». Pochi metri più in là, al caffè Graziati, Vazzoler era visto passare ogni tanto. «Qualche volta si sarà seduto a prendere un caffè, ma niente di più ci fanno sapere i banconieri non faceva parte dei clienti abituali, non era uno di quelli con cui si parlava mentre era qui». Stesse risposte al bar Caffè Patavino di piazza dei Frutti, sotto lo stesso portico di casa Vazzoler. Lui che entra, consuma al banco o seduto e se ne va. Sempre da solo. Discreto e veloce, quasi a non volersi far notare. Impossibile però non notare la sua macchina con targa straniera che ogni tanto faceva capolino tra le vie del centro città. Nessuno però poteva sospettare che quella figura quasi impalpabile, potesse essere un esperto della finanza, tanto da permettergli di creare un giro vorticoso di denaro sporco.
L'ITER GIUDIZIARIO
La notizia dell'arresto però ha portato alla mente anche l'altro filone d'inchiesta che aveva visto Vazzoler costretto a difendersi in un processo dall'accusa di una mega evasione fiscale da 93 milioni di euro, grazie a un giro immenso di false fatturazioni per operazioni pagate ma mai realizzate, tra il settembre 2005 e il febbraio 2010. Un giro che aveva coinvolto anche la Progress Pubblicità, la concessionaria di raccolta pubblicitaria per le emittenti tivù e radiofoniche di mezzo Veneto e poi fallita. Il castello accusatorio però era crollato a ottobre scorso con la sentenza di assoluzione, quando già la prescrizione aveva cancellato le imputazioni più vecchie. Anche quella volta, era finita nei guai la compagna di Vazzoler, Elena Manganelli Di Rienzo, arrestata l'altro giorno dalla Guardia di Finanza nella stessa operazione che ha portato in cella il finanziere.
Nicola Munaro
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