Il paradiso dei negozi: non sentono la crisi

Domenica 18 Novembre 2018
ALBIGNASEGO
Quattordici nuovi negozi aperti, in media, all'anno. Nella cittadina il commercio è tornato ai livelli precrisi. I dati, in tal senso, tracciano una chiara inversione di tendenza. In tutto, sono 896 le attività commerciali presenti sul territorio; 782 le aziende che offrono servizi, 438 le imprese che, a vario titolo, si occupano di costruzioni.
L'ultima bottega ad aprire, in ordine di tempo, è stata il salone Matiè (in via sedici marzo a San Lorenzo). Mattia Bassan, il parrucchiere titolare, ha sempre l'agenda strapiena. «I numeri dicono che Albignasego è diventato un polo attrattivo per il commercio precisa il vicesindaco Gregori Bottin . Intendiamo favorire l'apertura di nuovi negozi, ne va della qualità della vita di tutti i cittadini».
Perché artigiani e commercianti continuano a scommettere su questo particolare comprensorio? «Siamo alla periferia del capoluogo risponde Bottin . Il nostro Comune, peraltro, si trova in una posizione strategica. E' facilmente raggiungibile e i clienti possono parcheggiare vicino agli esercizi commerciali». Da sottolineare che in nessuno degli otto quartieri esistono dei park a pagamento. Il fulcro delle attività economiche di vicinato è rappresentato dalla centralissima via Roma, quasi una sorta di centro commerciale a cielo aperto. In poco meno di 500 metri i residenti hanno tutto: bar, un'edicola, due gelaterie, un ottico, la farmacia, negozi di scarpe, un panificio, un fotografo, un sarto, una gastronomia e un'agenzia di viaggi. «Si tratta di attività che lavorano molto bene aggiunge il vicesindaco . Siamo orgogliosi del nostro liston. I cittadini escono per una passeggiata e fanno gli acquisti necessari».
L'UNICO NEO
Tuttavia, una criticità c'è, chiarisce l'amministratore: «Il commercio online, così com'è strutturato, rischia di mettere in difficoltà i negozi fisici. Ci sono clienti che prima si fanno mostrare i prodotti ai quali sono interessati dai commessi; in un secondo momento, però, li ordinano su internet. Approfittano di consulenza gratuita per poi comprare sul web. Le istituzioni competenti, vedi Regione, Governo e Ue, dovrebbe normare questo fenomeno. Gli stessi commercianti ci chiedono un intervento ad hoc. La ripresa economica passa pure da qui».
Francesco Cavallaro
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