I versi, i racconti e quei ricordi veneti: l'ultimo saluto al cantore poeta Suman

Giovedì 21 Febbraio 2019
MADONNA PELLEGRINA
PADOVA Ieri il funerale di Ugo Suman, poeta e scrittore, cantore della vita semplice del Veneto del tempo che fu. Un ultimo saluto nella chiesa della Madonna Pellegrina, che frequentava tutte le mattine come ha ricordato il parroco durante l'omelia: «Ugo dava la chiave interpretativa del passato, dei ricordi, per le sue origini si sentiva parte di questa piccola grande umanità. Quante storie, quanti volti, quante storie di povertà e di sofferenza sono passate nel suo cuore. Storie espresse nelle sue collaborazioni con il Gazzettino, il Mattino, la difesa del Popolo e come portavoce di Padre Leopoldo. Non amava che si parlasse di lui, amava le celebrazioni semplici come la santa messa, perché la fede stava alla radice del suo essere. Nella sua vita era stato funzionario di una multinazionale, ma da quando era in pensione iniziava la sua giornata in questa chiesa, alle 7 era già seduto su un banco, sempre prodigo nel donare un sorriso».
Il parroco ha ricordato che Suman, nato a Conselve il 31 marzo del 1929, era il primo di una schiera di figli e fu aiutato a completare i suoi studi proprio dai sacerdoti della sua parrocchia. Nel 1952 si trasferì a Padova, nel 1958 la sua prima pubblicazione dal titolo El ga pensà. Da allora iniziò anche la sua collaborazione con quotidiani e riviste anche nazionali, emittenti radiofoniche e televisive, sia in lingua italiana che in dialetto veneto, opere tradotte anche all'estero.
«Il suo scrivere lo considerava un dono, e a 70 anni, quando iniziò a collaborare con il Gazzettino, imparò anche ad usare il computer, era una persona sempre pronta ed attenta - ha continuato il parroco - per 30 anni si è occupato della moglie Marina, insieme alle figlie Maria ed Emanuela, colpita ancora giovane da una malattia degenerativa. Trascorreva le notti vegliandola e tenendole le mani, usciva solo per partecipare a trasmissioni televisive e convegni. Nell'ultimo periodo della sua vita la malattia lo aveva colpito in quelli che erano i suoi doni caratteristici, raccontare e scrivere. Tra i suoi tanti lavori voglio ricordarne uno particolarmente significato, il volume Telefonate con il Padreterno».
Suman ha raccontato la campagna in cui era cresciuto e dalla quale attingeva i ricordi che, co racconti e poesie, diventavano universali. Ritratti vivi del Veneto di un tempo che si possono incontrare nei Racconti Euganei, una raccolta di versi, tra questi alcune poesie sono state in seguito musicate dal Maestro Zampieri per il Coro Lavaredo. E ieri durante il rito funebre proprio il Coro Lavaredo è stato presente eseguendo i canti sacri e, ancora una volta, i versi di Ugo Suman che il coro ha portato in tournee nel mondo.
Luisa Morbiato
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