Guerra, in aula i video della morte

Giovedì 1 Novembre 2018
Guerra, in aula i video della morte
SANT'URBANO
I video degli ultimi istanti di vita di Mauro Guerra, l'autopsia sul corpo del 32enne di Carmignano di Sant'Urbano e la diagnosi sulle ferite riportate dal brigadiere contro cui il giovane aveva alzato le mani. Nella quinta udienza del processo a Marco Pegoraro, il maresciallo dei carabinieri che il 29 luglio del 2015 ha sparato il colpo che ha ucciso Mauro Guerra, la parola è passata ai consulenti dell'accusa e della parte civile. Il primo a deporre di fronte al giudice Raffaele Belvederi è stato Claudio Cesaro, consulente informatico della Procura di Rovigo.
NESSUNA MANOMISSIONE
«Se i video girati quel giorno fossero stati manomessi me ne sarei accorto perché sarebbero rimaste tracce nei file ha spiegato l'esperto. Nessuna alterazione, quindi: l'unica discrepanza emersa riguarda uno scarto di qualche secondo tra l'ora di registrazione e quella di salvataggio dei filmati, ma sarebbe riconducibile alle caratteristiche degli smartphone utilizzati dai carabinieri e finiti sotto sequestro, un Samsung S4 e un S4 Mini. «Nella memoria c'era anche materiale cancellato ha proseguito Cesaro quello che sono riuscito a recuperare non era però pertinente con il fascicolo su Pegoraro». L'ex comandante della stazione di Carmignano è alla sbarra con l'accusa di aver ucciso Guerra per eccesso colposo di legittima difesa. Pegoraro avrebbe premuto il grilletto per difendere il brigadiere Stefano Sarto dai colpi sferrati dal 32enne, in fuga da un Tso non autorizzato. In uno spezzone estrapolato da uno dei 15 filmati girati nel campo teatro del tragico epilogo si vede il braccio destro di Mauro alzarsi e abbassarsi verso il suolo, dove probabilmente era disteso il brigadiere. «Le immagini sono sfocate ha spiegato Cesaro forse utilizzando software più recenti si potrebbe renderle più nitide». É uno degli aspetti su cui sta lavorando il consulente informatico dei familiari di Guerra (parte civile nel processo) con l'obiettivo di produrre una contro-perizia. Soltanto la sorella Elena è rimasta in aula durante la proiezione dei filmati. Mamma Giuseppina e papà Ezio hanno preferito invece non rivedere per l'ennesima volta gli ultimi istanti di vita di Mauro. La parola è passata poi ai consulenti medico-legali del pm e di parte civile, rispettivamente il dottor Lorenzo Marinelli e il collega Giovanni Cecchetto, che hanno spiegato le cause del decesso del 32enne. A provocarne la morte è stata l'emorragia causata dal proiettile, entrato dal lato sinistro del torace e uscito dal fianco destro. Nel giro di qualche minuto il giovane avrebbe perso circa 3,5 litri di sangue. «Le funzioni vitali del brigadiere Sarto non sono state compromesse, anche se ha riportato lesioni al collo, al torace e all'addome guaribili in 40 giorni, quindi classificate come gravi» ha affermato Marinelli. Alla visita dell'8 settembre il medico legale non ha rilevato la ferita lacero-contusa, nel frattempo cicatrizzata, sul cuoio cappelluto del brigadiere e provocata probabilmente da un pugno sferrato con una manetta. «L'aggressione di Guerra, se non fosse stata bloccata, avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita di Sarto?» ha chiesto l'avvocato Stefano Fratucello, difensore dell'imputato. La risposta affermativa del consulente Marinelli probabilmente sarà uno dei punti su cui si baserà l'arringa del legale il giorno della discussione, prevista per il 15 dicembre. Nella prossima udienza, in programma per il 10 novembre, testimonieranno invece i consulenti psichiatrici.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci