Gli avvocati: «Pochi magistrati, processi troppo lunghi»

Sabato 16 Febbraio 2019
L'ALLARME
PADOVA È allarme carenza magistrati e personale amministrativo a Padova. È ciò che è emerso durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2019 delle Camere penali. L'incontro incentrato sul tema Le vittime del processo ingiusto ed in particolare sull'errore giudiziario, l'ingiusta detenzione e l'irragionevole durata del processo, si è svolto ieri al Bo.
L'organico è la metà rispetto al dovuto. «A Padova dovrebbero essere in servizio tredici magistrati e invece se ne contano solo sei spiega l'avvocato Gianni Morrone, presidente della Camera penale di Padova a causa del blocco del turn-over, di maternità e trasferimenti non sostituiti. Padova ha anche problemi dal punto di vista del personale amministrativo, in particolare nell'ufficio di sorveglianza. Fra mancanza di amministrativi e di magistrati, si svilisce la professione giudiziaria e i tempi processuali si allungano».
In Veneto sono stati individuati 22 casi di ingiusta detenzione nel corso del 2017. «Quest'anno il governo non ha dato dati disaggregati puntualizzano Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi, giornalisti e fondatori di Errorigiudiziari.com - In Italia la media è 10001200 vittime di ingiusta detenzione ogni anno. Significa persone che sono finite in carcere o agli arresti domiciliari, ma poi sono state riconosciute innocenti e quindi risarcite. Dal 1992 ad oggi, sempre in Italia, la spesa complessiva per gli indennizzi per ingiusta detenzione è di 740 milioni di euro. Se aggiungiamo i risarcimenti per errori giudiziari la spesa tocca quasi quota 800 milioni di euro».
Nell'aula magna del Bo è stato anche proiettato il docufilm di Errorigiudiziari.com con le testimonianze di Anna Maria Manna e Angelo Massaro, due vittime. «Temi come il processo ingiusto e l'errore giudiziario in un primo momento spiazzano ammette Francesco Rossi, presidente degli avvocati di Padova siamo in un contesto in cui il processo viene fatto in televisione, nelle pagine di giornale, sui social media. Dopo due ore di trasmissione televisiva si arriva alla sentenza, che è sempre di condanna per colui che viene identificato come l'autore del delitto. Siamo in un momento in cui il ministro della Giustizia sostiene che il processo porta alla condanna dell'imputato a prescindere. Ecco perché è importante tornare ai principi fondamentali del processo accusatorio. Un iter difficile, lento, lungo e dispendioso ma l'unico in grado di arrivare ad una sentenza di accertamento».
E.Fa.
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