Foniatria, così al telefono; «Arriviamo a 4 milioni»

Martedì 20 Novembre 2018
IN AULA
PADOVA Il processo sui numerosi day hospital effettuati dal centro di foniatria Casa di cura Trieste, è arrivato alle battute conclusive. Ieri mattina il pubblico ministero Silvia Golin, davanti al giudice del Tribunale monocratico Chiara Bitozzi, ha chiesto due anni e sei mesi di condanna, più una multa di 700 euro, per l'imputata Donatella Croatto presidente del consiglio di amministrazione della struttura di via Bergamo e accusata di truffa aggravata ai danni del sistema sanitario. Questa mattina sarà il turno della difesa con il legale Piero Longo per la sua arringa. La lettura della sentenza è stata fissata per martedì prossimo. L'Ulss 6, difesa dall'avvocato Alberto Berardi, ha chiesto una provvisionale di 25 mila euro.
LA REQUISITORIA
Il magistrato ha fondato la sua requisitoria su tre punti. Il più importante ruota attorno a una intercettazione telefonica e secondo l'accusa mostra la volontà del centro di foniatria di accaparrarsi più ricoveri in day hospital possibili per raggiungere la quota di 4 milioni e 400 mila euro di entrata. Questa la telefonata del 24 maggio del 2013 intercorsa tra Emanuela Gasparotto dipendente della Casa di cura e Luigi Diana ex direttore sanitario del centro. «...Che noi dobbiamo fare X ricoveri di day hospital, per gli adulti già ce li abbiamo, di età evolutiva, quanti day service e...Bisogna lavorare e fare i pazienti per arrivare ai 4 e 4, noi stiamo spingendo anche per eventualmente sforare, però dobbiamo avere i casi da day hospital quello è il punto fondamentale...E non ne abbiamo a sufficienza quindi bisogna recuperarne il più possibile». Il pubblico ministero ha poi ricordato in aula che dall'allora Ulss di Cittadella, sono emigrati duecento bambini per farsi curare al centro di foniatria in day hospital. Motivo? Una semplice visita ambulatoriale costa 48 euro di ticket sanitario, mentre il day hospital è interamente rimborsato dalla Regione. Così le famiglie hanno scelto il metodo della Casa di cura per non sborsare un centesimo. Infine il sostituto procuratore ha ricordato di come tra 1.185 ricoveri dall'ottorino tutti in day hospital, nessuno corrispondeva alle norme in materia impartite dalla Regione. Le cartelle sanitarie dei piccoli pazienti mostravano un quadro clinico non importante e per questo erano sufficienti le visite ambulatoriali.
L'INCHIESTA
Secondo i calcoli compiuti dalla Finanza, tra il 2008 e il 2013 la Casa di cura avrebbe intascato corrispettivi non dovuti per circa sette milioni e mezzo di euro. Il Centro di foniatria, una Srl convenzionata con il sistema sanitario regionale, a partire dal 2008 ha curato tutti i suoi pazienti, in stragrande maggioranza bambini, solo in day hospital. Ancora per l'accusa molte delle prestazioni, sia in otorinolaringoiatria e sia nel reparto di riabilitazione, avrebbero potuto essere gestite in regime ambulatoriale. Con un evidente risparmio: una giornata in day hospital costa 150 euro.
Marco Aldighieri
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