DUE CARRARE
Ventitré anni fa la fusione fra il Comune di Carrara San Giorgio

Lunedì 17 Dicembre 2018
DUE CARRARE
Ventitré anni fa la fusione fra il Comune di Carrara San Giorgio e quello di Carrara Santo Stefano. Fu un referendum a sancire la nascita di Due Carrare, oggi un paese di oltre 9mila abitanti, cerniera strategica fra la cintura, la Bassa e i Colli Euganei. L'attuale sindaco Davide Moro andò a votare per la prima volta proprio in occasione della consultazione popolare, il 26 febbraio del 1995. «Mi sono espresso convintamente per il sì racconta - In famiglia davamo per scontato il successo». Si schierarono a favore (quasi) tutti i partiti dell'epoca: Forza Italia, gruppo Olivo, Pds, Lega Nord, Ppi, Patto Segni liberaldemocratici. A Carrara San Giorgio stravinsero coloro che volevano il maxi Municipio (66,4%), mentre a Carrara Santo Stefano il successo fu risicatissimo: passò per soli 9 voti (50,3%). La frazione di Cornegliana, in particolare, si schierò apertamente contro «per motivi riconducibili a campanilismi che si perdevano nella notte dei tempi». In realtà, secondo il primo cittadino, «la fusione non ha snaturato i borghi più piccoli quali Pontemanco, Terradura, Chiodare e, per l'appunto, Cornegliana: hanno tutti mantenuto la loro identità. Oserei dire che l'unione ha contribuito a valorizzarli ancor di più». «Fra Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano c'era già una sintonia di partenza e questo ha sicuramente aiutato il processo aggiunge -. Grazie al matrimonio, se così vogliamo chiamarlo, sono state realizzate diverse opere pubbliche quali, ad esempio, il centro Andreoli, dove ha sede la medicina integrata, e la Casa dei Carraresi. Davvero abbiamo sperimentato che l'unione fa la forza».
All'epoca del referendum il sindaco di San Giorgio era Angelo Gomirato, famoso anche per aver dato impulso al progetto del centro commerciale vicino al casello di Terme Euganee (ancor oggi quell'iniziativa è al centro del dibattito pubblico): «La fusione fu un'operazione inevitabile. Nel 1993 avevamo già formato l'Unione dei servizi fra i due Municipi. In pratica, prima ci siamo fidanzati, dopodiché è arrivato il matrimonio. Un processo naturale per come si erano messe le cose».
«I carraresi di Santo Stefano avevano timore di venire fagocitati da San Giorgio poiché quest'ultimo era più popoloso ricorda - I fatti hanno dimostrato che le loro paure non avevano alcun fondamento». Due Carrare è stato il terzo Comune italiano nato in seguito ad una fusione dal secondo dopoguerra. «Siamo stati lungimiranti, ne siamo orgogliosi chiosa Gomirato -. Abbiamo centrato un risultato che ha portato economie di scala a tutto vantaggio degli abitanti». E dire che i primi due tentativi andarono incredibilmente a vuoto. La sera del 30 ottobre 1908 decine di carraresi, autoctoni di Santo Stefano, si presentarono davanti al Municipio (dove era in corso il consiglio) brandendo dei forconi e giurandogliele a tutti consiglieri in caso di voto favorevole sulla fusione. Questi, raccontano le cronache dell'epoca, «intimoriti abbandonarono senza discussione la trattazione dell'argomento». L'episodio fu talmente clamoroso che la stessa amministrazione fece affiggere una lapide, in memoria dell'accaduto, all'ingresso principale della sede comunale di Santo Stefano: Per volontà di popolo dall'avita fede oggi negava unanime la fusione con Carrara san Giorgio. A perenne ricordo pose. Nel 1969 la questione venne ridiscussa da entrambi i parlamentini. Ancora una volta quello di Santo Stefano constatò la «non raggiunta auspicabile unità di vedute e la necessità di approfondire ulteriormente il discorso. Invitiamo tutte le forze politiche e sociali a far sentire la propria voce in modo che ogni futura decisione sia confortata dall'apporto costruttivo di tutti i cittadini». I tempi furono maturi solo 26 anni dopo.
Francesco Cavallaro
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