«Al Santo? Solo un turismo mordi e fuggi»

Venerdì 15 Febbraio 2019
«Al Santo? Solo un turismo mordi e fuggi»
L'ANALISI
PADOVA Solo attraverso una rete legata al turismo religioso, che includa anche itinerari culturali e storici, sarà possibile trattenere nuovi flussi a beneficio del tessuto economico della città. Alla luce dei dati che parlano di quasi tre milioni di pellegrini alla Basilica del Santo, è questo il messaggio lanciato dalle associazioni di categoria padovane - Federalberghi, Appe e Confesercenti al rettore padre Oliviero Svanera e a tutto il mondo religioso. L'idea è di creare una sinergia tra più parti, per riuscire ad intercettare ogni tipo di turista. Gran parte dei fedeli che visitano la Basilica del Santo fanno parte di grandi gruppi organizzati, si fermano in città per poco tempo e tendono a non frequentare ristoranti, alberghi o altri esercizi commerciali. Un forma di turismo mordi e fuggi che non avvantaggia particolarmente il sistema locale.
Lo fa capire per prima la presidente di Federalberghi Padova, Monica Soranzo. «Il turista religioso è molto spesso di passaggio e ha un unico obiettivo: visitare la Basilica del Santo. Tendenzialmente non si ferma in città per contribuire alla filiera locale. Arrivano con i pullman, scelgono di non spendere soldi e quindi non entrano in relazione con noi. Non dormono negli alberghi, spesso prediligono strutture come la Casa del Pellegrino o addirittura si spostano. Pochi fedeli giungono a Padova da soli, senza gruppi organizzati. In ogni caso sono convinta che il turismo religioso dia un valore aggiunto a Padova. È un tipo di turismo da valorizzare, la sfida è dare ad ogni pellegrino una motivazione in più per trattenersi in città».
Negli ultimi anni si è assistito ad una continua crescita e riscoperta di itinerari religiosi. Un fenomeno su cui si concentrano le nuove politiche turistiche. «Il numero di fedeli che accedono alla Basilica è molto alto - sottolinea il segretario provinciale di Appe Padova, Filippo Segato - è un buon risultato, anche se solo una minima parte di questi viaggia da solo. Il turista slegato dai gruppi organizzati significa: una notte in albergo, una cena in ristorante, una colazione al bar, un aperitivo o acquisti nei negozi. Nel mare magnum, qualche risorsa viene trattenuta. Ovviamente non basta, bisognerebbe lavorare di più sull'offerta turistica declinata nei confronti dei visitatori della Basilica di Sant'Antonio. Serve una politica di marketing che incontri di più le loro esigenze. Ad esempio si possono proporre pacchetti ad hoc per conoscere anche il resto della città».
I pellegrinaggi sono nati nel corso dei secoli come movimenti spontanei di persone e oggi sono diventati occasioni per un turismo che unisce componenti religiose a quelle culturali. «Il turismo religioso attualmente non mostra una spesa pro-capite significativa - aggiunge Nicola Rossi, presidente Confesercenti Padova - ma è comunque apprezzato, essendo una delle energie padovane. È l'insieme delle diverse sfaccettature del turismo che compone un risultato importante».
Elisa Fais
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