SOCIALE
BELLUNO Sono l'associazione islamica Insieme per il bene comune di Belluno,

Martedì 19 Marzo 2019
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BELLUNO Sono l'associazione islamica Insieme per il bene comune di Belluno, la diocesi di Belluno-Feltre (nella foto il vescovo mons. Renato Marangoni) tramite l'Ufficio per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e il movimento dei Focolari di Belluno a firmare il documento che condanna l'attentato terroristico in Nuova Zelanda. Ma le tre firme si riconoscono nell'unica comunità cristiana e islamica bellunese che parla al singolare ed «esprime le proprie condoglianze e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime dell'attacco terroristico eseguito da un commando di quattro terroristi in due moschee della città di Christchurch, provocando la morte di 50 persone». Un documento che sottolinea lo sdegno per l'attentato e giunge dopo tanti altri gesti di avvicinamento e di reciproco riconoscimento da parte delle due comunità religiose. «Gli attentati di Parigi, Nizza, Barcellona, le immagini scioccanti che arrivano dalla Nuova Zelanda ci danno la misura della pericolosità che costituisce il crescente e irresponsabile incitamento all'odio e all'estremismo scrivono - tutti gli estremismi che vediamo oggigiorno non rappresentano né i valori occidentali, né quelli cristiani, né quelli islamici». Con il documento steso a più mani e pubblicato sul sito della diocesi, i protagonisti intendono «ricordare il lavoro costante e silenzioso di dialogo, formazione e prevenzione che stiamo portando avanti con il movimento dei Focolari e la diocesi di Belluno-Feltre, nelle Cooperative che si occupano di immigrazione, nelle carceri e nei luoghi pubblici. Stiamo organizzando inoltre anche un viaggio in Marocco per incontrare le comunità cristiane, ebraiche e islamiche, dalla presenza millenaria, che convivono in pace. Crediamo che ogni uno nel suo piccolo debba partecipare e organizzare iniziative di questo genere perché solo così potremmo vincere la paura e dimostrare a tutti gli estremisti che loro non ci rappresentano. La nostra vicinanza più sentita va ai familiari di tutte le vittime del terrorismo». Il testo si conclude poi facendo proprie le parole del papa: «Con Francesco ripetiamo un no forte e chiaro a ogni forma di violenza, vendetta e odio commessi in nome della religione o in nome di Dio. Insieme affermiamo l'incompatibilità tra violenza e fede, tra credere e odiare. Insieme dichiariamo la sacralità di ogni vita umana contro qualsiasi forma di violenza fisica, sociale, educativa o psicologica».
GS
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