Sangue umano sul Nevegal: non è di Riccardo Tacconi

Domenica 24 Marzo 2019
IL NUOVO CAPITOLO
BELLUNO Per un capitolo che si chiude, una nuova incognita che spunta. Il sangue umano ritrovato a lato della pista Grava sull'Alpe del Nevegal non è di Riccardo Tacconi. Ma allora a chi appartiene quella traccia ematica esaminata dal Reparto investigazioni scientifiche? A uno sciatore impegnato nel fuoripista o a qualcuno che passava in quella zona a piedi, proprio nei giorni della scomparsa di Tacconi? La risposta forse arriverà col tempo. L'impronta è conservata nelle banche dati delle forze dell'ordine e non è detto che presto o tardi non possa arrivare una risposta al quesito. Ma a questo punto, indipendentemente dalla possibilità di capire a chi appartenesse quel sangue, si è capito che neppure quella flebile speranza a cui in questi mesi si erano aggrappate le indagini ha portato ad una svolta.
NESSUNA TRACCIA
L'impronta ematica era stata isolata il quinto giorno di ricerche, a gennaio 2019. A raccoglierla erano stati i carabinieri del Nucleo alpino di Cortina. Tolta anche quella possibilità, di Riccardo Tacconi non rimane alcuna traccia. «È come se fosse scomparso nel nulla». Aveva detto la moglie del commercialista 58enne, Mariagrazie De Pra che aveva anche testimoniato la sua angoscia in diverse trasmissioni televisive nazionali.
L'ESERCITO
A cercarlo erano stati gruppi di sessanta persone per volta, tra vigili del fuoco, soccorso alpino e volontari. In campo anche i droni e i cani, oltre alla ricerca dei filmati delle telecamere di sorveglianza nelle abitazioni di un'area sufficientemente vasta. Dopo undici giorni le ricerche del podista sono state però sospese. L'area è stata completamente passata al setaccio. Ogni metro del Nevegal è stato controllato eppure del commercialista milanese non c'è alcuna traccia.
LA CORSETTA
Riccardo quella mattina era partito per andare a fare jogging. Non vedendolo rientrare i familiari che hanno una casa nel villaggio Alpe in Fiore, hanno dato l'allarme. Già nella serata i vigili del fuoco si sono messi al lavoro per tentare di capire dove fosse finito l'uomo. Le prime ore sono determinanti per la soluzione di un caso simile. L'impegno e la tenacia non sono però bastate. E ora il nuovo capitolo che, al posto di chiarire qualcosa, lascia senza una risposta nuove domande.
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci