PIÙ FIDUCIA
SEDICO La luce in fondo al tunnel. Dopo un decennio terribile,

Domenica 16 Dicembre 2018
PIÙ FIDUCIA
SEDICO La luce in fondo al tunnel. Dopo un decennio terribile, l'edilizia bellunese rialza il capo. Gli ultimi due anni sono serviti a riprendere fiato (vi è stata una tenuta del settore). Ed ora si comincia a guardare con fiducia al futuro, contando sui grandi eventi sportivi che le Dolomiti si preparano ad ospitare e, purtroppo, anche sulle terribili conseguenze delle alluvioni di fine ottobre che richiederanno importanti opere per risistemare le infrastrutture e per realizzare interventi di sistemazione idrogeologica. Ieri, a Sedico, nella sede della scuola edile, ha avuto luogo l'assemblea di fine anno della Cassa edile di Belluno. Un momento per fare il punto sul settore. La mattinata (dopo i saluti delle autorità) è stata incentrata soprattutto sugli interventi del presidente della cassa edile, Giuseppe Fagherazzi, e del suo vice, Adriano Tiziani.
I DATI
Il numero dei lavoratori nel settore edile è risultato quest'anno in leggero aumento. Quello delle imprese, invece, è rimasto invariato. Il monte salari complessivi è stabile da un paio d'anni. Ci sono segnali incoraggianti ha sostenuto Fagherazzi. Per il secondo anno chiudiamo con un andamento in sostanziale pareggio, attestandoci sui 27 milioni di monte salari complessivi. Il crollo del mercato si è arrestato e soprattutto nel settore artigiano vi sono segnali positivi sul tema dell'occupazione. Abbiamo più di quattrocento imprese che si sono registrate in cassa edile quest'anno con quasi 2,5 milioni di ore lavorate, in linea con lo scorso anno. I lavoratori transitati in provincia sono passati da 2847 a 2884.
LE PROSPETTIVE
«In vista ha ripreso Fagherazzi - ci sono diversi appuntamenti internazionali, dai mondiali di sci alle possibili Olimpiadi invernali 2026, oltre a molti progetti per interventi pubblici che ci fanno ben sperare e di cui la nostra provincia ha veramente bisogno. In particolare, opere per la mitigazione dei danni derivanti dagli eccezionali eventi calamitosi di inizio novembre, e di tutto ciò che oggi è più che mai necessario per scongiurare situazioni di maggiore criticità e per garantire un futuro ai giovani di questa provincia». Sono intervenuti, per fare il punto su vari aspetti delle problematiche connesse all'edilizia, Danilo De Zaiacomo, direttore della scuola edile, e diversi rappresentanti delle istituzioni. Pietro Tonin, presidente della scuola edile, ha lanciato anche l'idea di contattare alcuni neo pensionati per cercare di coinvolgerli nella formazione dei giovani.
IL PROTOCOLLO
In tale ambito, poi, è stato anche sottoscritto un protocollo d'intesa tra il Cfs (il Centro per la formazione e la sicurezza di Sedico) e il comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro (il Cctl). Un accordo che avrà durata biennale e che servirà a formare i militari in materia di prevenzione e di sicurezza sul lavoro in edilizia. Si prevedono corsi di formazione, di aggiornamento e di perfezionamento, seminari e altre iniziative. Sarà costituito un comitato tecnico scientifico. A sottoscrivere l'accordo di collaborazione, il comandante del gruppo di Venezia del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro, maggiore Gianfranco Albanese, e il presidente del Cfs di Belluno, Dario Pietro Tonin. «Belluno ha commentato l'ufficiale dell'Arma - resta un'isola felice in materia di sicurezza sul lavoro». Ma il fenomeno degli infortuni (che caratterizza tutte le provincie d'Italia) secondo il maggiore Albanese «è sempre diretta conseguenza della mancata applicazione della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro ed è spesso correlato anche ad altre violazioni giuslavoristiche, talvolta di mera rilevanza amministrativa, che in realtà denotano la volontà di ottenere economie di spesa a scapito della sicurezza ed incolumità dei lavoratori. Difficilmente chi impiega lavoratori edili in nero cura la loro formazione ed l'aggiornamento in materia di sicurezza, perché se li impiega in nero per non versare i contributi previdenziali cercherà a maggior ragione di risparmiare sulla sicurezza, per cui verosimilmente non fornirà i dispositivi di protezione individuale, ovvero non formerà il personale né lo aggiornerà sui rischi e sulla prevenzione nel cantiere». Per questo il Comando Carabinieri Tutela del Lavoro da anni promuove queste collaborazioni con i Comitati Paritetici Territoriali per implementare i controlli e prevenire gli infortuni attraverso la garanzia dell'applicazione della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro».
Egidio Pasuch
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