PALAZZO ROSSO
BELLUNO Si vive alla giornata. Attendendo un bando che incombe

Martedì 22 Gennaio 2019
PALAZZO ROSSO
BELLUNO Si vive alla giornata. Attendendo un bando che incombe sopra il sistema di accoglienza del capoluogo ma che non si sa, di preciso, quando uscirà. Così, nel frattempo, i richiedenti asilo restano nelle case gestite dalle cooperative, ma le convenzioni con il Comune per lo svolgimento in forma volontaria di piccoli lavoretti sono sospese. E, stando a com'è stesa ora la normativa, questo tipo di integrazione non è nemmeno prevista in futuro. La scorsa settimana il sindaco Jacopo Massaro e l'assessore ai flussi migratori, Valentina Tomasi (foto), erano a Roma per la riunione Anci sul tema immigrazione. Hanno presentato una proposta da sottoporre al Governo, sono intervenuti sulla questione. Perché la preoccupazione, oggi, è tanta. I richiedenti asilo ospitati dalle cooperative al momento sono 68, per loro non è ancora cambiato nulla.
«Il Decreto sicurezza per ora ha determinato una serie di cambiamenti e, a livello teorico, le conseguenze sono già esplose spiega Tomasi -. A livello pratico cambierà il bando sulla base del quale la Prefettura indice le gare per i centri di accoglienza straordinari. Questo bando però non è ancora uscito, per ora è in vigore quello vecchio per questo non vediamo ancora cambiamenti». L'abbassamento della spesa da 35 a circa 20 euro a persona per la gestione nei Cas, i Centri di accoglienza straordinari diffusi sul territorio ovvero gli appartamenti delle cooperative dove vivono in piccoli gruppi i richiedenti asilo, determinerà una contrazione dei servizi offerti a queste persone. E questo, secondo l'amministrazione, farà rima con meno integrazione.
«I criteri della nuova gara potrebbero modificare di molto l'attuale sistema di accoglienza spiega ancora l'assessore -, di certo saranno molti meno i servizi pagati. Infatti non saranno più previsti l'orientamento civico, la presenza di un buon numero di operatori addetti all'accoglienza e l'insegnamento della lingua italiana. Queste attività non saranno più garantite. Può essere che le cooperative non reputino più conveniente partecipare alle gare, può darsi subentrino nuovi soggetti e si preferiscano grandi assembramenti perché più economici rispetto ai piccoli appartamenti. Insomma, non sappiamo. Queste ad ogni modo sono le conseguenze che temiamo di più in assoluto. Senza il sostegno e l'integrazione queste persone sul territorio non andranno più a scuola e non parleranno più la nostra lingua». Per chi verrà escluso dal sistema di accoglienza, l'amministrazione chiede al Governo risorse perché gli enti locali, più di così, non riescono a fare.
Alessia Trentin
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