Migranti in calo e coop in crisi: occupati 343 posti su 513 disponibili

Martedì 22 Gennaio 2019
PREFETTURA
BELLUNO I migranti sono in calo, come su tutto il territorio nazionale, anche se Belluno non ha mai sofferto di grandi concentrazioni sul drammatico modello Cona. Il picco massimo, con 30 unità, lo si è avuto all'albergo Alpago di Puos.
L'afflusso si è fermato con la chiusura dei porti. Dal 31 dicembre 2016, secondo i dati forniti dalla prefettura, si è progressivamente scesi da 617 a 574 del 2017 fino a 367 del 2018. Altra stretta nelle ultime settimane con 343 unità, dato aggiornato a ieri. Di questi solo 14 sono donne e 4 i minori. Pochi rispetto alla capienza di 513 posti fornita dalle tre cooperative che, giusto nel 2018, si sono aggiudicate il nuovo bando per l'accoglienza, ovvero la Integra, che fa capo al Ceis di don Gigetto De Bortoli, la Sviluppo e Lavoro e il Consorzio Sviluppo Innovazione.
«Nel giro di poco - spiega il dottor Andrea Celsi, capo di gabinetto della Prefettura - dovremo fare un nuovo bando con modulato sui nuovi criteri introdotti con la riforma voluta dal Ministero».
Ci staranno le cooperative? Si vedrà. Ma, finora, non sembrano essere state sollevate obiezioni. E con buona probabilità saranno le stesse a giocarsi l'asta.
La misura più stringente sarà quella sul fronte economico: dai 35 euro a persona si passa ad un range 18-22. Altra novità, il giro di vite sui permessi umanitari, destinati a sparire nonostante, finora, abbiano rappresentato una sostanziosa fetta tra le varie forme di protezione concesse dallo Stato.
I richiedenti asilo bellunesi sono ospitati in piccoli gruppi spalmati su 15 comuni. Calano gli africani, ma salgono quelli mediorientali, in particolare dal Pakistan. Arrivano alla spicciolata, attraverso il confine ad Est, ma anche da altri Paesi europei che li hanno respinti: nel 2018 se ne sono contati 100, rappresentando così quasi un terzo degli ospiti stranieri presenti in provincia.
In questi anni di esodi non si sono mai registrate particolari tensioni sociali. Non sono invece mancate le proteste dei migranti, con quella più plateale svoltasi in Alpago dove gli ospiti buttarono il cibo in strada chiedendo alloggi migliori.
«Il fenomeno migratorio nella nostra provincia - spiega Celsi - è stato gestito bene, non solo per le capacità organizzative, ma anche grazie al numero ridotti di arrivi che ha consentito una gestione ordinata.
Ma che fine hanno fatto gli stranieri inseriti nel sistema di accoglienza dal 2016 ad oggi?
La prevalenza si è allontanata volontariamente dalle strutture: 187 nel 2016, 170 nell'anno successivo e 152 nel 2018. Negli stessi anni non sono mancate le revoche per gravi motivi legate alla commissione di reati, in tutto 54 di cui 7 avviati ai Centri di espulsione. La maggiore recrudescenza, con 25 casi, la si è avuta nel 2018.
Ci sono stati allontanamenti anche per reddito, ovvero di gente che aveva trovato lavoro: in tutto 22. «E questo è un segnale positivo - spiega ancora Celsi -, sia sul fronte dell'inserimento delle persone, sia su quello dell'efficienza del sistema di monitoraggio attivo per fare in modo che le regole vengano rispettate».
Lauredana Marsiglia
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