LA REPLICA
BELLUNO Botta e risposta. Il regolamento mobilità per i dipendenti

Martedì 14 Agosto 2018
LA REPLICA
BELLUNO Botta e risposta. Il regolamento mobilità per i dipendenti dell'Usl 1 Dolomiti continua a dividere. Dopo i dubbi della Cgil, l'unica sigla sindacale a non aver sottoscritto l'accordo con l'azienda sanitaria, ci prova Fsi (Federazione sindacale indipendenti) Usae a far chiarezza. E a difendere il testo del documento sottoscritto una settimana fa. «L'accordo sottoscritto a livello aziendale - afferma Roberto Tosi, segretario regionale Fsi Usae - recepisce le linee di indirizzo aziendali sullo spostamento volontario del personale quale strumento di valorizzazione e coinvolgimento delle risorse sottoscritto dalla Fsi Usae a livello Regionale in applicazione alla legge regionale 19/2016 sul nuovo assetto delle Usl. L'obiettivo è favorire laddove vi sia il posto, la domanda di avvicinamento a casa del lavoratore, migliorandone le condizioni e i tempi di vita e lavoro».
Il documento sottoscritto una settimana fa ha l'obiettivo di regolare la mobilità interna dei dipendenti tecnici e amministrativi degli ospedali bellunesi, che dovranno spostarsi a seguito dell'unificazione delle Ulss. Secondo il regolamento firmato da Cisl, Uil e Fsi-Usae, l'azienda deve informare i sindacati e le Rsu rispetto ai progetti di organizzazione interna del lavoro, prima di decidere qualsiasi tipo di mobilità; e dovrà garantire tutte le soluzioni organizzative che consentano ai lavoratori di prestare la loro opera nella sede attuale in cui si trovano (anche attraverso il telelavoro); inoltre, prevede rimborsi benzina per i lavoratori che saranno costretti a trasferirsi.
«Da subito abbiamo richiesto all'amministrazione di sottoscrivere un unico accordo e non un regolamento, delineando i criteri per la definizione delle graduatorie a livello distrettuale, consapevoli dell'autonomia dell'azienda in tema di mobilita d'urgenza e distrettuale - sottolinea Manuela Beppiani, Fsi Usae -. Si potrà riconoscere economicamente il disagio della mobilità ai lavoratori amministrativi legati al processo di azienda zero e noi riteniamo con la disponibilità del fondo di proporre l'allargamento anche alle altre professioni sanitarie coinvolte, vista la criticità di reperire risorse nel distretti Alto-Bellunese, come Cortina e Agordo. Aspetto per il quale la Cgil non potrà entrare nel merito in quanto non ha condiviso e firmato l'accordo regionale sui piani di razionalizzazione. Avevamo inoltre richiesto la definizione di un protocollo che desse maggiore trasparenza sui trasferimenti interni. Ciò affermato, riteniamo di avere firmato un buon accordo per i lavoratori».
D. T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci