LA PIAGA
BELLUNO Più morti sulle strade. Un dato che stona quando si pensa

Giovedì 17 Gennaio 2019
LA PIAGA
BELLUNO Più morti sulle strade. Un dato che stona quando si pensa che è relativo ai due anni successivi all'entrata in vigore della nuova legge sull'omicidio stradale, che prevede pene severissime per chi uccide alla guida dell'auto. Forse quindi la norma andrebbe resa più efficace. Ne è convinto l'avvocato romano Piergiorgio Assumma, presidente di Onvos, ovvero l'Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale, che tramite l'associazione chiede al governo una riforma in due punti, per rendere più efficace la legge in vigore dalla primavera del 2016. Ma qualcosa di buono nella legge c'è. Come sottolinea l'avvocato Assumma, portando l'esempio del caso di Cesiomaggiore, l'incidente in cui morì Mansueto Venz «l'automobilista non avrà una pena totale al di sotto dei 5 anni». Il conducente fuggì dopo lo schianto e poi tornò sul posto: «Questo non esclude la responsabilità per quanto riguarda l'aggravante della fuga. Porta a un aumento della pena totale, che non sarà inferiore a anni 5. La fuga a seguito di incidente è un'aggravante prevista dalla legge 41/2016 sull'omicidio stradale».
LE PROPOSTE
«La norma deve essere riformata su due punti - spiega l'avvocato Assumma - In primo luogo, al momento, non sono previsti prelievi coattivi del sangue. Si contempla la guida sotto effetto di alcol e droghe come aggravanti del reato di omicidio stradale ma nel codice di procedura penale sono previsti accertamenti coattivi solo su capelli, peli e mucosa del cavo orale. Per questo Onvos chiede prelievi forzati del sangue come riscontro probatorio più efficace e difficilmente impugnabile, grazie al quale poi poter contestare l'aggravante». L'altra lacuna della legge sull'omicidio stradale è la mancata aggravante prevista per l'uso del telefonino, che viene punito solo dalle sanzioni previste dal codice della strada. «La distrazione rappresenta una delle principali cause dell'omicidio stradale- prosegue Assumma - e va colpita». «Oltre che calibrare la legge per dare un effetto repressivo molto più forte - prosegue l'esperto penalista - il problema da risolvere è a valle, ovvero con l'educazione stradale nelle scuole e autoscuole. C'è bisogno di una cultura a livello sociale una sensibilizzazione tra i giovani. Bisogna lavorare per il futuro come gli statunitensi, insomma la conoscenza per prevenire».
I DATI
Nel 2017, come comunica l'Osservatorio nazionale per la tutela delle vittime di omicidio stradale, si sono verificati 441 incidenti, con 14 decessi e 640 feriti. «Il comune con più alta mortalità nel Veneto è Verona - sottolinea il presidente Assumma - con 64 decessi e 4006 feriti. Belluno in realtà è quello più in basso in questa classifica, rispetto agli altri». Ma quello che preoccupa è che i mortali sono cresciuti rispetto al 2016, quando ci furono 11 decessi su 449 incidenti e 663 feriti. «Anche nel 2016 svettava Verona con 78 decessi nel 2016, 3970 feriti per un totale di 3010 incidenti - conclude Assumma -. Per tutto il Veneto il costo totale dell'incidentalità e mortalità è di 1400 milioni di euro e rappresenta (sul totale nazionale del 2017 che era di 17 miliardi) l'8,1%. Le strade con più incidenti nel Veneto sono: sull'asse est-ovest l'A4, poi la A13 Padova-Rovigo e le statili 051, 052 e 516».
Olivia Bonetti
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