IL PROCESSO
BELLUNO «Ades me te cope e vae a robar». Una frase orribile

Sabato 17 Febbraio 2018
IL PROCESSO
BELLUNO «Ades me te cope e vae a robar». Una frase orribile soprattutto se rivolta da un figlio alla mamma. Eppure è quello che sarebbe successo in una casa di Belluno, dove per diversi anni il figlio 40enne avrebbe maltrattato la propria madre. La vicenda è approdata ieri mattina in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Antonella Coniglio, con il pm Sandra Rossi. Verrà ricostruita in aula con i primi testi chiamati a deporre dall'accusa nel processo che inizierà a novembre.
Alla sbarra c'è T.D.F., 40enne bellunese, che dopo i fatti è stato allontanato da casa. La misura a protezione della donna è ancora in atto. La donna è una 60enne ed è parte civile contro il figlio, assistita dall'avvocato Luca Dalle Mule. L'imputato invece ieri era rappresentato dall'avvocato Francesco De Bona, suo difensore.
Gli anni di maltrattamenti e di inferno vennero a galla il primo giugno scorso, quando il figlio venne allontanato da casa dopo l'intervento delle forze dell'ordine al termine di uno dei tanti episodi contestati. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e riportato nell'accusa che viene imputata al 40enne il figlio avrebbe aggredito la mamma fisicamente, più volte percuotendola anche con il lancio di oggetti. Avrebbe insomma sottoposto la donna a un «regime vessatorio di sopraffazione» che avrebbe reso per la donna la convivenza un vero inferno. Poi ancora ci sarebbero stati continui insulti e richieste di soldi, oltre al lancio di utensili contro le pareti di casa e anche contro di lei. «Spacco tutto e te ne pentirai, te la fae pagar», avrebbe detto il figlio quando non riusciva ad ottenere i soldi.
Dietro la vicenda un disagio del 40enne, dipendente dallo stupefacente, che doveva acquistare con ogni mezzo. Per questo sarebbe arrivato anche a rubare nella casa della madre: le avrebbe preso effetti personali proprio con l'intento di comprarsi la droga. Lunghissima la lista dei testi. Si inizierà con la testimonianza della mamma, verranno sentiti poi altri parenti e un medico. Anche la parte civile ha chiamato 7 testi che ricostruiranno in aula quanto accaduto.
Non è il primo caso di figlio-orco che approda in Tribunale. Nel 2015 un 42enne venne condannato, in primo grado, a un anno e mezzo di reclusione per i maltrattamenti e lesioni alla mamma di 82 anni di Tisoi.
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