IL CASO
BELLUNO Profugo maliano accusato di violenza sessuale su una ragazza

Venerdì 12 Ottobre 2018
IL CASO
BELLUNO Profugo maliano accusato di violenza sessuale su una ragazza minorenne, ma il processo non si riesce a fare: è tornato in patria. Traore Kande, fino a novembre 2017 a Belluno, è tornato in Mali, con autorizzazione della Procura che lo stava indagando. Ieri mattina doveva comparire di fronte al gup, per la prima udienza in cui si doveva decidere del rinvio a giudizio. L'accusa è pesantissima, nel caso finisse di fronte al tribunale collegiale. Ma il condizionale è d'obbligo, anche perché non si sa se mai si riuscirà a celebrare questo processo.
Traore Kande era arrivato in Italia con il barcone e aveva chiesto asilo politico. Abitava in città, dove aveva diritto al servizio di accoglienza, nell'attesa della risposta alla sua pratica d'asilo. Ma nel maggio del 2017 si è giocato tutto. Incontra una ragazzina svedese che era andata al parco di Lambioi con la zia italiana. La segue. La svedese è nata nel 1999, ma all'epoca era ancora minorenne. Al Parco Emilio Traore Kande l'avvicina e la cinge con le braccia da dietro, palpeggiandole il seno. Lui vuole il numero di telefono della ragazza: per toglierselo di torno gli dà un numero falso. Lui le dà il suo. Con la zia vanno dritte in Questura a fare denuncia. La polizia va alla struttura di accoglienza e scopre che il proprietario del numero di cellulare che Kande ha dato alla ragazza è un altro profugo. Il 21 novembre Kande se ne va. Ieri per lui in Tribunale c'era l'avvocato Federico Bressan: la preliminare è stata rinviata al 24 gennaio, in attesa di ritrovarle l'imputato.
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