IL CASO
BELLUNO Niente esami di radiologia dopo le 17.30 ad Agordo e Pieve. Nuova

Martedì 12 Giugno 2018
IL CASO
BELLUNO Niente esami di radiologia dopo le 17.30 ad Agordo e Pieve. Nuova sforbiciata per la sanità di montagna. L'ennesima tegola sui servizi alle terre alte della provincia diventerà un'interrogazione rivolta alla giunta Zaia dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.
IL TAGLIO
La novità è fresca, è entrata in vigore a partire da ieri e parla di un ennesimo disservizio, dell'ennesima contrazione delle prestazioni contro cui sindaci e popolazione dovranno lottare. «È notizia di stretta attualità il ridimensionamento degli orari di presenza dei medici radiologi nei loro reparti per gli ospedali di Agordo e Pieve di Cadore dicono i consiglieri - a partire da ieri i medici staccheranno alle 17.30 e, da quel momento, qualsiasi esame richieda la loro presenza, sia in urgenza o di elezione, dovrà essere realizzato a Belluno». Allo scoccare della mezza gli ambulatori, d'ora in avanti, si vuoteranno. Da quel momento non si potranno più richiedere ecografie, tac con mezzo di contrasto e altri esami radiologici che richiedano la presenza di un medico. I pazienti, anche quelli urgenti provenienti dal pronto soccorso, dovranno armarsi di pazienza e raggiungere Belluno a bordo dell'ambulanza. Anche questo è un punto su cui riflettere. Attualmente gli equipaggi per le ambulanze in servizio sono due e le 17.30 è un orario in cui gli accessi alle aree urgenza emergenza dei due ospedali, soprattutto nelle stagioni di punta, sono ancora numerosi. «Viene spontaneo chiederci dicono i 5 Stelle - quale sia la logica di questo ulteriore ridimensionamento dei servizi. Ci chiediamo inoltre se si tratti di operazioni concordate con la Regione Veneto oppure farina del sacco della direzione medica di Belluno».
L'INTERROGAZIONE
L'ennesimo campanello d'allarme che lascia intendere come qualcosa non vada nella sanità bellunese e nella visione che, di essa, hanno a Venezia, sarà al centro di un'interrogazione. Perché i consiglieri grillini non ci stanno a lasciar correre. «Già nei mesi scorsi era stata tolta la segreteria di radiologia, cosa questa che aveva allarmato il gruppo di lavoro sanità dei sindaci agordini e che, insieme allo smantellamento del laboratorio analisi, li aveva portati a Padova per un incontro con il direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan, il consigliere regionale Franco Gidoni e il direttore generale dell'Usl 1 Dolomiti, Rasi Caldogno svelano i pentastellati -; non serve ricordare come in questo incontro furono fatte ai sindaci promesse mai mantenute, tanto che il finanziamento con i Fondi di confine per la ristrutturazione del pronto soccorso è ancora bloccato». Intanto oggi la sanità bellunese sarà al centro dell'incontro tra l'Usl 1 Dolomiti e l'Usl 2. Sul piatto, nel corso del vis a vis tra i direttori generali delle due aziende, il nodo della Neurochirurgia che a Belluno, da febbraio, è limitata all'attività ambulatoriale.
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci