FUTURO INCERTO
BELLUNO Luci e ombre. Il futuro della Provincia di Belluno è

Mercoledì 20 Febbraio 2019
FUTURO INCERTO
BELLUNO Luci e ombre. Il futuro della Provincia di Belluno è fatto di chiaroscuri. In bilico tra le propensioni di rilancio (anche grazie agli ultimi orientamenti romani che vorrebbero ridare vita autonoma agli enti di area vasta dopo il fallimento della legge Delrio), e la realtà dei fatti, che obbliga ancora a un prelievo forzoso di diversi milioni di euro per effetto dei tagli. È questa la situazione di Palazzo Piloni, delineata ieri nell'ultimo consiglio provinciale, chiamato ad approvare gli schemi del bilancio previsionale, prima del parere dell'assemblea dei sindaci tra una settimana. Un bilancio che tra le sue pieghe ha mostrato anche qualche incrinatura tra i consiglieri; chiamarle diversità di vedute sarebbe un eufemismo.
IL BILANCIO
Le entrate che rimpolpano le voci positive sono le solite: Rc auto (6,7 milioni), Ipt (imposta provinciale di trascrizione, 7,3 milioni), Fondo Sperimentale di riequilibrio (circa 8,8 milioni), canoni idrici (15,2 milioni) e poco altro. Anche le uscite sono più o meno le solite. Soprattutto per effetto di quei 20 milioni di euro che lo Stato reclama come contributo alla finanza pubblica. In mezzo, c'è da mandare avanti servizi e funzioni. Ci sono 4,8 milioni di spese per il personale, investimenti sull'edilizia scolastica e sulla viabilità. Palazzo Piloni, però, fa di necessità virtù. Come sempre in questi ultimi anni, dopo la famigerata riforma Delrio. Perché anche nel bilancio 2019 non manca il sostegno al progetto Investi Scuola (il figlio del vecchio Unico Studenti), e neppure il finanziamento dei contributi alle Unioni Montane (per circa 800mila euro). Ci sono gli interventi di manutenzione alle scuole e il contributo a Veneto Strade.
LE PROSPETTIVE
Cosa manca allora? «Il futuro - dice il consigliere Dalla Gasperina -. I prossimi anni del Bellunese sono fatti di denatalità e invecchiamento della popolazione. Noi dovremmo agire con bilanci di prospettiva, per invertire il trend. Invece vedo zero risorse sull'agricoltura e sulla cultura. Il turismo non è più di nostra diretta competenza. Cosa ci facciamo in Provincia? Abbiamo poco tempo davanti per ragionare sul futuro».
LA CRITICA
Anche il consigliere Svaluto Ferro la pensa alla stessa maniera: servono strategie. «Ma basta piangersi addosso - dice -. La Provincia ha 161 dipendenti: non sono pochi. Non siamo stati svuotati come dice qualcuno. L'avanzo di amministrazione c'è, ma può essere usato anche subito, basta solo attuare forme serie di global service per mettere in piedi progetti, bandi e lavori». Il dibattito continuerà martedì prossimo, nell'assemblea dei sindaci.
Damiano Tormen
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