Estintori rotti nella scuola «Effetto scenico per i video»

Lunedì 25 Marzo 2019
FELTRE
Le incursioni al Forcellini erano iniziate molto prima dei fatti contestati ai 9 minorenni vandali finiti sotto inchiesta. Ci sono almeno altre due indagini aperte presso la Procura per i minorenni di Venezia a carico di altri ragazzini, che avevano scelto, per i loro scherzi quella scuola del Boscariz, all'epoca chiusa per ristrutturazione. Così Maurizio Collet, responsabile del servizio Edilizia della Provincia, nel 2017 era praticamente sempre dai carabinieri. Il tecnico, infatti, ha presentato svariate denunce per fatti antecedenti e successivi a quelli contestati ai 9 vandali sotto indagati. La prima querela risale al 30 marzo 2017: ne sono seguite altre il 14 aprile, il 13 giugno, il 19 luglio e persino dopo che quell'estate 2017 vennero smascherati i nove vandali con le fototrappole. Un'altra denuncia venne presentata infatti il 4 settembre. Insomma quella scuola era frequentata da tantissimi ragazzi: ovviamente non per studiare, visto che era chiusa, ma per far danni. Estintori aperti, tende bruciate, porte rotte, lavagne distrutte. Tutti facevano di tutto.
LA TESTIMONIANZA
«Abbiamo visto dei ragazzi entrare nella scuola e vedendo loro abbiamo avuto l'idea di emularli». Così era iniziato quel gioco dei 9 ragazzini indagati per i danneggiamenti al Forcellini. Lo ha raccontato ai carabinieri una giovane finita nell'inchiesta che ha proseguito: «Uno, non so chi, aveva dato fuoco a una tenda dell'istituto e io sono corsa a spegnere il fuoco immediatamente pestando la fiamma». In quella location la giovane aveva anche girato un video con il cellulare. «Ricordo - ha spiegato ai carabinieri - che dal piano inferiore proveniva un gran rumore, risate, urla rumore di oggetti in frantumi. Ho capito che altri ragazzi stavano facendo dei danneggiamenti, ma non saprei chi ha fatto cosa. Poi sono scesa e uno mi ha detto: Guarda cosa abbiamo fatto e uno mi ha indicato una scopa conficcata nel soffitto». Poi la giovane ha proseguito: «Giravano un video di me nei vari locali dell'istituto e in uno in particolare hanno utilizzato un estintore per aggiungere un effetto scenico». La ragazza ha raccontato anche dei danneggiamenti agli oggetti sacri: «Qualcuno, ma non ricordo chi mi disse guarda ha perso una mano indicandomi che il crocefisso era stato danneggiato».
LE INDAGINI
Nella prima inchiesta, quella chiusa, che sta andando verso la richiesta di rinvio a giudizio, sono finiti nove nomi, ragazzi che all'epoca dei fatti avevano tra i 13-14 e 15 anni, per fatti avvenuti tra il 20 e il 30 luglio 2017. I ragazzi sono assistiti di fiducia dagli avvocati feltrini Roberta Resenterra, Guido Luciani, Paola Pauletti, Paolo Serrangeli e tanti altri. Gli altri due fascicoli sono per gli episodi precedenti: anche in quelle occasioni i ragazzini avrebbero rotto mobili, vetri ampolle dell'aula di Chimica e fatto altri danni.
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