CANALE D'AGORDO
Ha i tratti del miracolo di Natale la rinascita del ristorante

Domenica 30 Dicembre 2018
CANALE D'AGORDO
Ha i tratti del miracolo di Natale la rinascita del ristorante e albergo Alle Codole, a Canale d'Agordo. Dopo il disastroso maltempo del 29 ottobre, la struttura della famiglia Tibolla era rimasta pesantemente danneggiata. Un'immensa quantità di fango e acqua era penetrata all'interno dell'edificio allagando interamente il piano sotterraneo e guastando irrimediabilmente l'impianto termico e quello idraulico. Gravissimi danni anche alla rinomata cantina con centinaia di bottiglie distrutte. Il 20 dicembre, quindi in poco più di un mese, con instancabile lavoro e altrettanto spirito di sacrificio l'insegna è tornata in attività riuscendo ad accogliere i turisti che hanno scelto di trascorrere le feste tra i monti dell'Agordino. Oscar Tibolla - chef e patron del locale insieme ai fratelli Diego e Livia - ricorda i terribili giorni del disastro.
QUEL GIORNO...
«L'esondazione del torrente Liera e l'acqua scesa dalla montagna qui dietro hanno creato un'impetuosa massa di fango che ha investito il nostro locale spiega il ristoratore -. Il piano interrato è stato completamente sommerso, allagato dal pavimento al soffitto, due metri sopra. Lì abbiamo i magazzini, la lavanderia, la sala caldaie, la cantina. Tutti i locali sono stati inondati con gravi danni agli impianti e al materiale. L'acqua è arrivata sino al piano superiore lungo le scale, un grandino più in su e avrebbe raggiunto la sala da pranzo e la cucina adiacente. In più, l'alluvione ha fatto tracimare le cisterne di gasolio delle case vicine, così anche il combustibile, misto ai detriti, ha invaso la nostra struttura». Una scena apocalittica, una furia della natura che neanche i Tibolla, qui da due generazioni, avevano mai visto. Tanto che in paese girava voce che forse non avrebbero più riaperto.
DALLO SCONFORTO AGLI AIUTI
«Inizialmente non sapevamo cosa pensare, eravamo smarriti anche se mai, in realtà, abbiamo ipotizzato di mollare sottolinea lo chef -. È stato grazie all'aiuto dei compaesani che non ci siamo lasciati prendere dallo sconforto e abbiamo reagito. Innanzitutto è stato fondamentale l'intervento dei vigili del fuoco che hanno lavorato per tutta la notte riuscendo a ridurre il livello del fango a 20 centimetri. Poi, sin dal giorno dopo, la gente del posto si è unita a noi: per un mese abbiamo avuto al nostro fianco una trentina di paesani che ci aiutavano».
NATALE ALLE PORTE
Grazie alla collaborazione spontanea di tutti, l'obiettivo di riaprire per Natale è stato raggiunto mettendoci grande determinazione e cercando soluzioni ai mille problemi sopraggiunti. «Per rimediare ai danni creati dal gasolio dice Tibolla - abbiamo contattato una ditta di Milano specializzata nella bonifica: gli ambienti sono stati puliti, disinfettati e trattati con l'ozono, i pavimenti rifatti come da indicazioni degli uffici dei Beni Ambientali. Le macchine industriali per il servizio di lavanderia che ci servivano sia per il ristorante che per l'albergo invece non le abbiamo sostituite ma abbiamo esternalizzato il servizio. Trecento bottiglie della cantina sono andate distrutte, di molte altre si sono rovinate le etichette. E anche gli alimenti conservati in magazzino sono stati buttati». Danni ingenti quindi, anche per una realtà dalla solida gestione familiare.
NIENTE POLIZZA
E alla richiesta di risarcimento l'assicurazione ha risposto in modo negativo: «Ci hanno detto che trattandosi di un'alluvione non classificabile negli eventi atmosferici coperti non abbiamo diritto ad alcun risarcimento. Ciò ci rammarica considerando che con la compagnia assicuratrice abbiamo in essere più di una decina di polizze, se includiamo quelle personali». Nonostante tutto, i Tibolla guardano avanti: «Abbiamo riaperto e le prenotazioni non mancano per fortuna. Di positivo questa storia rimarrà soprattutto la solidarietà dimostrata dai paesani e dalle ditte locali che sono accorse ad aiutarci nel momento del bisogno».
Andrea Ciprian
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