BELLUNO ALPINA
(Fe.Fa.) Sta per essere presentato ai vari attori regionali, provinciali e comunali anche un altro progetto pilota che mira a vincere lo spopolamento, mettendo in atto azioni concrete. Parliamo di «Belluno alpina», che rappresenta per il comune di Belluno ciò che è l'intera provincia per la regione Veneto: un ampio spazio territoriale, prevalentemente composto da boschi e prati, con un numero circoscritto di persone: parliamo sì e no di 85 persone sparse qua e là. Famiglie che, nel corso degli anni, hanno sviluppato una vera e propria comunità. Pochi chilometri distante dal Colle esistono infatti alcune frazioni come Ronce, Piandelmonte e Tassei che rivendicano alcuni diritti. Gli abitanti hanno fatto sistema e nell'ultimo anno si sono incontrati varie volte per stilare «un progetto anti spopolamento la cui parola chiave è farlo insieme», ci spiega il portavoce del gruppo di azione locale Belluno alpina, Gimmy Dal Farra. Partendo dal presupposto che in montagna è difficile vivere e lavorare, la gente sta progressivamente abbandonando i piccoli borghi. Questo aspetto ha comportato l'assenza di servizi primari commerciali e sociali (un supermarket e un ambulatorio) e l'isolamento dovuto soprattutto a collegamenti precari. Il gruppo di azione locale indica «cosa si può fare da subito continua Dal Farra -. Innanzi a tutto pensare a dei contributi ai privati per lo sfalcio dei prati, la semina di piante nuove e sistemare la sentieristica, organizzare i trasporti con conducente a chiamata, pensare ad un azzeramento o quanto meno ad una riduzione di Imu e tari (ma anche gas e luce), sollecitare la presenza di un infermiere per contrastare l'isolamento, riuscire ad avere un giorno alla settimana l'appoggio di un ufficio pubblico e non meno importante ripristinare una pompa di benzina in Nevegàl ».
© RIPRODUZIONE RISERVATA (Fe.Fa.) Sta per essere presentato ai vari attori regionali, provinciali e comunali anche un altro progetto pilota che mira a vincere lo spopolamento, mettendo in atto azioni concrete. Parliamo di «Belluno alpina», che rappresenta per il comune di Belluno ciò che è l'intera provincia per la regione Veneto: un ampio spazio territoriale, prevalentemente composto da boschi e prati, con un numero circoscritto di persone: parliamo sì e no di 85 persone sparse qua e là. Famiglie che, nel corso degli anni, hanno sviluppato una vera e propria comunità. Pochi chilometri distante dal Colle esistono infatti alcune frazioni come Ronce, Piandelmonte e Tassei che rivendicano alcuni diritti. Gli abitanti hanno fatto sistema e nell'ultimo anno si sono incontrati varie volte per stilare «un progetto anti spopolamento la cui parola chiave è farlo insieme», ci spiega il portavoce del gruppo di azione locale Belluno alpina, Gimmy Dal Farra. Partendo dal presupposto che in montagna è difficile vivere e lavorare, la gente sta progressivamente abbandonando i piccoli borghi. Questo aspetto ha comportato l'assenza di servizi primari commerciali e sociali (un supermarket e un ambulatorio) e l'isolamento dovuto soprattutto a collegamenti precari. Il gruppo di azione locale indica «cosa si può fare da subito continua Dal Farra -. Innanzi a tutto pensare a dei contributi ai privati per lo sfalcio dei prati, la semina di piante nuove e sistemare la sentieristica, organizzare i trasporti con conducente a chiamata, pensare ad un azzeramento o quanto meno ad una riduzione di Imu e tari (ma anche gas e luce), sollecitare la presenza di un infermiere per contrastare l'isolamento, riuscire ad avere un giorno alla settimana l'appoggio di un ufficio pubblico e non meno importante ripristinare una pompa di benzina in Nevegàl ».
