Padova, il re delle spaccate nelle case dell'Ater dal 2014

Sabato 13 Ottobre 2018
Padova, il re delle spaccate nelle case dell'Ater dal 2014
L'INCHIESTA
PADOVA Il vetrinista seriale Lazar Torch arrestato dalla polizia con l'accusa di aver realizzato quattro delle 37 spaccate negli ultimi tre mesi, appartiene alla classica razza degli impuniti. Spacciatore, clandestino, topo d'appartamento, più volte arrestato ma disobbediente anche alle direttive di rimpatrio delle questure.
Però furbo. Ha escogitato un ottimo sistema per tirare a campare. Ancora anni fa si è messo in graduatoria nelle liste del Comune, lui tunisino irregolare e pregiudicato di 39 anni. E ha ottenuto una casa popolare in un alloggio Ater di via delle Melette, in centro. Ma siccome non pagava, è diventato ex inquilino, al punto che era scattata la decadenza nel 2014. Insomma, l'Ater lo aveva cacciato.
L'ESCAMOTAGE
Ma lo spaccatore da sedici anni in Italia senza documenti, aveva bisogno di un posto dove rifugiarsi. E lo ha trovato a casa della sorella, la signora T.M. per il momento irreperibile: sembra che abbia fatto ritorno in Tunisia. La donna era la moglie del signor N.A. italiano, intestatario dell'alloggio assegnato anche qui per graduatoria comunale. L'Ater infatti non sceglie mai chi deve entrare in un alloggio. L'assegnazione è del 7 agosto del 2017 e il contratto decorre dal primo novembre. Costo dell'affitto, 57 euro al mese. Casa in via Varese a poche centinaia di metri delle mura storiche della città. Morosità ad oggi 577,70 euro, ovvero nessuno ha mai pagato un euro. Succede che l'Ater manda solleciti e nessuno risponde, tanto è vero sono in corso le procedure di sfratto per morosità.
LA NOTA AL COMUNE
Poi arriva una segnalazione telefonica. Qualcuno avverte che quell'appartamento è stato probabilmente subaffittato perché vede movimenti di persone strane. La segnalazione arriva il 4 luglio scorso e il giorno dopo l'Ater manda una nota al Comune chiedendo accertamenti urgenti. Perchè ogni ospite deve essere comunicato al Comune o all'Agenzia. «Da quel giorno non abbiamo ricevuto risposta» commenta il presidente dell'Agenzia, Gianluca Zaramella. «Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo, l'abbiamo già mandato via una volta il tunisino. Ma non abbiamo poteri di ispezione. Quelli ce li hanno gli agenti della Polizia Municipale, o i servizi sociali che possono andare a suonare il campanello».
Sulla questione riponde l'assessora alla casa Marta Nalin: «Gli uffici del Comune stanno facendo le verifiche sulla sussistenza dei requisiti per il mantenimento dell'alloggio da parte degli assegnatari come accade quando arriva una segnalazione». Chi invece è molto arrabbiato è il leghista Fabrizio Boron, presidente della Commissione regionale Sanità. «Mi attendo che il sindaco di Padova precisi questa vicenda, che se fosse confermata, sarebbe a dir poco imbarazzante: il Comune non è nemmeno in grado di svolgere una semplice verifica di una ospitalità abusiva».
Mauro Giacon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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