LO SCENARIO
ROMA Passano le elezioni ma le campagne elettorali riservano agli

Martedì 23 Gennaio 2018
LO SCENARIO ROMA Passano le elezioni ma le campagne elettorali riservano agli
LO SCENARIO
ROMA Passano le elezioni ma le campagne elettorali riservano agli italiani lo stesso copione (che evidentemente piace): promesse faraoniche poi contraddette dall'azione concreta dei governi che, facendo i conti con la realtà o con i propri limiti, spesso fanno il contrario di quanto promesso. Il fisco è l'esempio più concreto di questo assioma.
Quante volte avete sentito dire che bisogna semplificare il sistema fiscale concentrando gli sgravi e eliminando molte detrazioni fiscali? Ebbene, le attuali detrazioni sono ben 468 secondo l'ultima classificazione (2017) e producono un calo del gettito di ben 54,5 miliardi. Ma nei programmi dei partiti, tranne qualche accenno in quello in fieri del Pd, di questo tema non c'è traccia. Perché? Perché dietro ogni detrazione c'è un interesse concreto, una categoria, delle imprese e dei lavoratori che sarebbero colpiti dalla semplificazione del fisco.
Per questo i partiti tendono a lanciare parole d'ordine fiscali tanto roboanti quanto impossibili. Il centro-destra, ad esempio, fa balenare la flat tax (ovvero una sola aliquota per tutti, dalle famiglie alle imprese) quando ancora attendiamo le due aliquote del 23 e 33% con le quali Silvio Berlusconi vinse nel lontano 2001.
IN FONDO ALL'AGENDA
Il M5S parla un po' genericamente di semplificazioni e di riduzioni delle aliquote fiscali e dunque di una riduzione del gettito e contemporaneamente propone di mandare in pensione lavoratori con 59 anni d'età se hanno 41 anni di contributi (quota 100) il che provocherebbe una sensibile impennata della spesa pubblica. A quota 100 i 5Stelle aggiungono le pensioni di cittadinanza con aumenti del 50% di quelle minime.
Il Pd - che sta ancora limando il suo programma - lavora all'idea di assicurare alle famiglie sgravi pari a 250 euro al mese per ogni figlio. Questi incentivi diminuirebbero con l'alzarsi del reddito e dell'età dei figli ma complessivamente si tratta di circa 9 miliardi di euro, la cui copertura è ancora da individuare.
E' comprensibile la propaganda semplificatoria, ma spesso colpisce delle proposte dei partiti la loro rozzezza primitiva. Un esempio? Tutti ci lamentiamo della disoccupazione giovanile ma questo argomento è finito in fondo all'agenda. I partiti invece corteggiano gli anziani che sono la categoria più numerosa e dunque strategica per una vittoria elettorale. Ma è anche vero che fra gli ultrasessantacinquenni i poveri sono solo il 3,5% contro una quota di povertà del 12,5% fra gli italiani che hanno meno di trent'anni.
Proprio il tema della povertà, che pure riguarda circa 4 milioni di italiani, è trascurato. Così come è in quarta fila - sul versante opposto - quello della ripresa industriale e più in generale della crescita delle imprese. I partiti non parlano di incentivi all'innovazione e all'aumento della competitività che pure sono i soli strumenti che abbiamo per aumentare la produzione di ricchezza e, di conseguenza, incrementare tasse e contributi con i quali pagare sanità e pensioni. E restituire il debito. Già perché l'Italia siede su un vulcano alto quanto il terzo debito pubblico del mondo. Quello contro il quale è destinato a infrangersi il mare delle chiacchiere.
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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