Il giallo del patrocinio alle Famiglie Ora Palazzo Chigi avvia un'indagine

Venerdì 15 Marzo 2019
IL CASO
ROMA «Rilievi tecnici». Messi nero su bianco dal segretariato generale di Palazzo Chigi e inviati ai dipartimenti Famiglia ed Editoria. Nell'istruttoria aperta ieri si mette in discussione la concessione del patrocinio all'evento World Congress of Families di Verona in programma fine mese. Un caso, l'ennesimo, sui cui la maggioranza gialloverde sta andando in frantumi: i grillini da una parte sono contro e la Lega dall'altra, spinge, a favore dell'iniziativa.
In particolare gli stessi uffici diretti da Roberto Chieppa hanno chiesto di verificare se persiste il fine «non lucrativo della manifestazione», tra le condizioni per la concessione del patrocinio di Palazzo Chigi, circostanza che da giorni tiene banco anche nell'esecutivo. Tra smentite e prese di distanza. Il patrocinio della discordia è stato concesso autonomamente dagli uffici del ministro Lorenzo Fontana. L'istruttoria riguarda però anche il dipartimento all'Editoria affidato a Vito Crimi (M5S) in quanto è la struttura chiamata materialmente a concedere il logo, ma il vero obiettivo è l'esponente della Lega, grande sponsor dell'iniziativa.
I FRONTI
Tutto ruota intorno ai requisiti che servono per la concessione del bollino: non devono essere eventi a fine di lucro. Fattispecie che per la due giorni di Verona sembra non esserci, visto che si paga un ticket di 15 euro d'ingresso e sempre sul sito della manifestazione sono acquistabili pacchetti turistici con tanto di pernottamento negli hotel della città scaligera. Data la portata mondiale dell'assise, sembra che il prezzo dei biglietti -non più disponibili sul sito della manifestazione- sia lievitato, aprendo la strada a dei canali paralleli di vendita. Quanto basta per fare in modo che Palazzo Chigi chieda la revoca del patrocinio.
La manifestazione continua ad agitare il governo. Da giorni il M5S attacca la kermesse («Lì andrà in scena il Medioevo», sottolinea Stefano Buffagni) mentre Salvini ha già assicurato la sua presenza. Al contrario dell'altro vicepremier, Luigi Di Maio che è tornato a battere contro il congresso: «Ognuno va agli eventi che vuole, ma io a quegli eventi non ci vado». Per il leader M5S «chi si permette di dire che le donne devono stare in casa, come se fossero degli esseri inferiori, non appartiene assolutamente alla mia cerchia di amicizie e di frequentazioni». Da qui la conclusione Di Maio: «Molte associazioni, cattoliche e non che si occupano di famiglia, mi stanno scrivendo per dirmi che quell'evento non rappresenta il nostro ideale di famiglia». Anche il ministro della Salute, Giulia Grillo converge su questa linea: «Non parteciperò al congresso mondiale delle famiglie - dice - mi sembra una cosa piuttosto ideologicamente caratterizzata e non mi piacciono le ghettizzazioni: sono totalmente distante e mi sembra una manifestazione fortemente ideologizzata». Dopo la notizia dell'istruttoria avviata da Palazzo Chigi, la Lega tace. Ma interviene Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia: « A considerare inferiori le donne e a guardare indietro non siamo noi ma chi pensa che i figli siano un lusso per pochi, chi va a braccetto con Nazioni nelle quali le donne non hanno alcuna libertà né diritto, chi difende pratiche barbare come l'utero in affitto». Ma la vicenda del patrocinio, assicurano dal Governo, non è ancora conclusa.
S. Can.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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