VERONA - Magari la parola divertimento é un po' eccessiva: ma cio' che appare chiaro é che, oltre agli ovvi motivi di salvaguardia dell'ambiente e della biodiversitá", al 37% dei vitivinicoltori veneti intervistati, il bio piace perché offre migliori condizioni di lavoro nella propria azienda.
É quanto emerge dal sondaggio "Il vino biologico veneto" presentato oggi al Vinitaly da Veneto Agricoltura nello stand della Regione. "Il vino bio cresce a due cifre - ha ricordato il presidente Luca Zaia nel saluto di apertura - e l'indicazione dei consumatori é molto chiara. Sta a noi accompagnare la produzione in questi nuovi orientamenti del mercato ". Ed é quanto sta succedendo: partita in ritardo, l'Italia si appresta a raggiungere la Spagna, tradizionalmente al vertice nella superficie a vite Bio.
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Il Veneto, al quinto posto in Italia, in questo segmento produttivo ha raggiunto nel 2017 i 5800 ettari, con una crescita del 31% sul 2016. Guidano la produzione Verona e Treviso con 283mila quintali ciascuna, poi Venezia (129mila) e Padova (67mila).
Sul fronte commerciale, i produttori ritengono che i punti critici siano legati soprattutto alla maggiore variabilità delle rese, spesso inferiori rispetto al convenzionale (45,3%), a cui si aggiungono bassi e variabili prezzi delle uve, una filiera ancora non strutturata e affidabile nonché una forza contrattuale spesso deficitaria che possono gravare sul risultato economico d’impresa. «A questi aspetti - scrive Veneto Agricoltura - si aggiunge una nota dolente evidenziata dai trasformatori, che ritengono nel complesso ancora bassa la consapevolezza dei consumatori verso il sistema di produzione biologico (59,2%), nonostante recenti ricerche indichino un elevato grado di penetrazione dei prodotti bio nei consumi domestici italiani, seppure con una frequenza di consumo ancora bassa. E’ evidente che il rapporto qualità/prezzo incide sulle scelte. Si tratta di un aspetto riconosciuto anche dai trasformatori, che riconoscono un costo al consumo spesso elevato rispetto alle caratteristiche organolettiche finali del prodotto se confrontato al convenzionale (32,4%), in quanto il metodo biologico, di per se, non innalza la qualità organolettica del vino.
Al termine della presentazione del report sul vino biologico, sono stati degustati 2 vini prodotti con un uvaggi da vitigni resistenti frutto di un progetto che Veneto Agricoltura e Regione stanno conducendo presso l’azienda Le Carline. In termini generali, ricordiamo che nella grande distribuzione il trend delle vendite di vino bio ha segnato negli ultimi anni un incremento da record: +102% tra il 2014 e il 2015; +64% tra il 2015-2016; +108% tra il primo semestre 2016 e lo stesso periodo del 2017. Ovviamente, anche le superfici viticole bio sono aumentate (+23,8% tra il 2015 e il 2016), raggiungendo a livello nazionale una superficie complessiva di circa 103.000 ettari».
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