Pfas, Greenpeace lancia l'allarme:
«Veneto, 400mila persone a rischio»

Lunedì 14 Novembre 2016 di Luca Pozza
Pfas, Greenpeace lancia l'allarme: «Veneto, 400mila persone a rischio»
VICENZA - Inquinamento da Pfas, nuovo allarme per il Veneto. E' quanto compare nella relazione presentata oggi a Vicenza, ai Chiostri di Santa Corona, da Greenpeace (pubblicata nel proprio sito), che identifica quattro aree del mondo nelle quali la produzione di composti chimici pericolosi come i Pfc (composti poli e perfluorurati) ha generato un inquinamento diffuso nell’ambiente, inclusa la contaminazione delle falde di acqua potabile.

«In Italia l’area interessata dalla contaminazione da Pfas si trova in Veneto, è estesa per circa 150 kmq e ricade nelle provincie di Vicenza, Padova e Verona, con 350-400mila persone potenzialmente esposte», si può leggere nella relazione.  Le altre tre zone del mondo individuate si trovana nell'Ohio West della Virginia (Usa), Olanda e Cina.

«In Veneto come in altre aree del mondo interessate dalla produzione di Pfc - le parole dell'ing. Giuseppe Ungherese, referente della Campagna inquinamento di Greenpeace Italia, presente oggi a Vicenza - queste sostanze si trovano nell’acqua ma anche nel sangue delle persone. Nel maggio 2015 la Regione Veneto, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, ha annunciato il lancio di un programma di monitoraggio biologico su oltre 600 persone residenti in 14 comuni al fine di valutarne il grado di esposizione a Pfc tramite l’analisi di campioni di sangue. I risultati preliminari hanno mostrato, in alcune delle popolazioni più esposte, concentrazioni di Pfoa fino a venti volte più alte, rispetto alle popolazioni italiane non esposte alla contaminazione».

«Da un punto di vista medico le popolazioni esposte ai Pfas, in particolare quelle che vivono nelle vicinanze degli impianti produttivi di Pfc, possono considerarsi a rischio», commenta nel video pubblicato oggi da Greenpeace Italia il dottor Vincenzo Cordiano, ematologo e referente per il Veneto di Isde Onlus, l'Associazione Medici per l’Ambiente Italia.

Greenpeace è già corsa ai ripari. «La contaminazione da Pfc - ha precisato Ungherese - minaccia seriamente le popolazioni esposte, in Veneto come in Usa. Per questo stiamo chiedendo alle aziende dell’abbigliamento outdoor, uno dei settori che impiega queste sostanze, di eliminarle dalla produzione entro il 2020. Alcuni marchi lo stanno già facendo perché le alternative sono già disponibili sul mercato. Inoltre alcuni nostri studi hanno accertato la presenza di alcune sostanze anche nei negozi di abbiagliamento specializzati».

«Concentrazioni elevate di Pfc - conclude lo studio - preoccupano gli scienziati: l’esposizione ad alcune di queste sostanze è stata associata a gravi effetti sulla salute, inclusi tumori al rene e ai testicoli. I Pfc sono sostanze che non esistono in natura e una volta rilasciate nell’ambiente si degradano lentamente, rendendo la contaminazione quasi irreversibile, ed entrano nella catena alimentare. Proprio per questo, più di 200 scienziati di 38 Paesi hanno firmato la Dichiarazione di Madrid che chiede l’eliminazione dei Pfc da tutti i beni di consumo».
Ultimo aggiornamento: 16:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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