VERONA Nuova decisione sui buoni fruttiferi trentennali per cui Poste Italiane ha dato ragione ad Adiconsum: l'associazione scaligera ha dovuto far ricorso all'Arbitro Bancario per tutelare i rendimenti dei titoli di una veronese, Ivana Pagliarin, in possesso di 5 buoni postali emessi nel 1986 (serie Q/P) e scaduti a fine 2016. La società postale non intendeva riconoscere tutti i rendimenti indicati sul retro dei buoni per il periodo compreso tra 21° e il 30° anno. Dopo un vano reclamo, Adiconsum si è rivolta all'Arbitro di Milano, il quale ha riconosciuto le ragioni della donna veronese: deve essere riconosciuto per gli ultimi dieci anni il rendimento stampato originariamente sul retro dei buoni.
Poste Italiane ha, quindi, dovuto ricalcolare gli interessi dei 5 buoni liquidati e il 10 gennaio di quest'anno le ha pagato 18.000 euro, quale differenza tra quanto le aveva liquidato in precedenza e quanto maggiormente stabilito dall'Arbitro.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 11:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA Poste Italiane ha, quindi, dovuto ricalcolare gli interessi dei 5 buoni liquidati e il 10 gennaio di quest'anno le ha pagato 18.000 euro, quale differenza tra quanto le aveva liquidato in precedenza e quanto maggiormente stabilito dall'Arbitro.
Silvia Caucchioli, avvocato di Adiconsum Verona, che ha seguito il caso, spiega che: «l'orientamento del Collegio arbitrale di Milano è unanime nel dare ragione ai possessori dei buoni e quindi riconosce il diritto ad incassare quanto indicato sui documenti. Il vincolo contrattuale tra Poste e risparmiatore si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni sottoscritti. È importante non fermarmi ai primi conteggi effettuati dalle Poste, ma informarsi e verificare. Attenzione specialmente ai buoni della serie P con timbro Q/P».