VENEZIA - Le tendopoli per i migranti, in Veneto, ci sono già. In attesa di applicare il protocollo concordato tra prefetture, Regione e Anci per puntare sull'accoglienza diffusa, ecco che a Verona l'esercito ha montato le prime tende, tra l'altro con l'aria condizionata visto il clima di questi giorni, per ospitare i richiedenti asilo. È successo nell'area adiacente l'ex palazzina Nato sulle Torricelle, la struttura gestita dalla cooperativa Milonga che da anni accoglie i migranti. Solo che questo centro di accoglienza è già saturo e per questo sono state montate le tende. La prefettura di Verona ieri ha sottolineato che le strutture «hanno carattere assolutamente provvisorio» e che «la loro rimozione» è «già in corso». Ma la decisione di montarle dà l'idea della vastità del fenomeno: i migranti sono sempre di più e da qualche parte vanno ospitati. Il "cruscotto" del ministero dell'Interno aggiornato a ieri dava 79.751 migranti sbarcati sulle coste italiane dall'inizio dell'anno: erano 33.548 l'anno scorso e 24.624 nel 2021. In Veneto ne sono attesi almeno 4mila.
«Che siamo in difficoltà è un dato oggettivo - ha detto all'Arena Giovanni Barini della cooperativa Milonga - basta passare dalle Torricelle e vedere le tende.
VICENZA
Intanto prosegue il braccio di ferro tra i Comuni vicentini e la prefettura sui richiedenti asilo «abbandonati davanti ai municipi». Ieri i soli tre migranti assegnati al comune di Cornedo Vicentino sono tornati in prefettura, prelevati con un pullmino, dopo le proteste del sindaco Paolo Lanaro. Tra loro anche un 15enne che, da protocollo, è stato subito ricollocato in una comunità protetta. Gli altri due migranti, tunisini, tra cui il fratello maggiore del ragazzo, sono stati riportati a Cornedo. Dove però il Comune - protesta il sindaco - «non ha spazi per loro». I due sono stati così ospitati nella parrocchia.
BELLUNO
A Belluno ieri mattina oltre due ore di confronto in prefettura. La Provincia si è impegnata a fare una ricognizione di tutti gli edifici di sua proprietà per offrire soluzioni al disperato bisogno di nuovi spazi visto che entro il 15 settembre arriveranno tra le 200 e le 250 persone, che si aggiungeranno alle 310 già presenti sul territorio provinciale. Al "tavolo dell'emergenza" convocato dal prefetto Mariano Savastano c'erano il presidente della Provincia, Roberto Padrin, il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, quello dei vigili del fuoco, una rappresentanza del Vescovado e una della Caritas. Assente il rappresentante dell'assessorato regionale alla Protezione civile. «Abbiamo fatto il punto della situazione - ha spiegato Padrin -. In Italia, da inizio anno, sono arrivati 70mila migranti, il 6% è in Veneto. Entro l'estate è previsto l'arrivo di altri 50mila. Di questa quota a noi ne spetteranno circa 200, che si aggiungeranno ai 310 già presenti. Serve lo sforzo da parte di tutti». Una trentina i Comuni che hanno dato la disponibilità all'accoglienza diffusa, ma altrettanti hanno detto no. Domani, intanto, aprirà il Cas (Centro di accoglienza straordinaria) di Tai di Cadore, di proprietà del Patriarcato di Venezia: potrà ospitare fino a 50 persone. E per l'inizio di agosto sarà pronta un'altra struttura a Lamon con 25 posti.