VENEZIA - Sull'uccisione del lupo in Lessinia il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, aspetta una relazione dalle forze dell'ordine. «Uccidere un lupo è un reato», ha detto ieri, da New York, dove è intervenuto all'assemblea dell'Onu, il ministro. «Ho dato mandato ai carabinieri forestali del Cufa - ha detto Costa - di acquisire informazioni e di indagare». «Uccidere un lupo - ha ribadito - è un reato». Ma in Veneto, tolto un paio di esponenti del Pd, l'accusa è nei confronti dello Stato che ancora non consente di contenere, e cioè uccidere, i lupi, ritenuti responsabili di troppe razzie ai danni degli allevatori montani.
Dopo le parole dell'assessore all'Agricoltura Giuseppe Pan («Il protrarsi delle non decisioni in sede nazionale ed europea non fa che esasperare gli animi»), ieri è intervenuto anche il capogruppo della Lega in consiglio regionale del Veneto, Nicola Finco: «Il fenomeno del bracconaggio sta aumentando proprio per colpa delle politiche animaliste che stanno strangolando la nostra montagna. L'Italia purtroppo non si è ancora dotata di un piano di gestione e contenimento del lupo e questo sta provocando ingenti danni economici alla montagna veneta. Solamente quest'anno - ha detto Finco - gli allevatori di montagna hanno perso oltre 250 capi di bestiame, e nonostante i continui appelli, anche da parte della Regione, a Roma non è stato preso ancora nessun provvedimento».
L'ACCUSADura l'accusa del capogruppo leghista al titolare dell'Ambiente: «Il ministro Costa sta dimostrando tutta la sua incapacità nel gestire un fenomeno complesso come quello del lupo. La Regione fino ad oggi ha fatto il possibile, mettendo in campo tutte le soluzioni previste dalle normative nazionali ed europee. I recinti e i cani pastore non bastano, serve subito un Piano nazionale di gestione del lupo».
Sarcastico il consigliere regionale Stefano Valdegamberi: «Anche tra gli animali c'è discriminazione razziale: proteste per l'abbattimento del lupo, silenzio sulle bestie sbranate dai predatori».
L'OPPOSIZIONEMa l'opposizione, con i consiglieri regionali Andrea Zanoni (Pd) e Cristina Guarda (Lista Moretti), contesta la maggioranza leghista: «Sono gravissime le affermazioni dell'assessore Giuseppe Pan così come quelle del presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti sul lupo ucciso in Lessinia dai bracconieri. Anziché straparlare, la Regione affronti in maniera scientifica e tecnicamente il problema delle predazioni, dando risposte all'esasperazione dei malgari, dovuta proprio alla totale assenza di interventi da parte della Giunta». Per Zanoni «certe dichiarazioni suonano come un via libera agli abbattimenti del lupo. Ci aspettavamo una condanna, invece abbiamo scoperto che i bracconieri hanno trovato una spalla nelle massime istituzioni del Veneto. Una Regione amministrata da individui che giustificano una condotta penale è destinata al fallimento». I due esponenti dell'opposizione tirano in ballo il governatore: «Ci chiediamo come faccia una Regione che non sa gestire la presenza di 43 lupi a pretendere di gestire 23 diverse materie che sta chiedendo a Roma per l'Autonomia. Tutti parlano, mentre Zaia tace. Perché il governatore non condanna questo vile atto e le vergognose posizioni dell'assessore Pan e del presidente del Consiglio regionale Ciambetti? Perché non chiede il ritiro della legge sulla caccia al lupo che vede come primi firmatari i capigruppo di Lega Nord e Lista Zaia, i colleghi Finco e Rizzotto? O forse anche lui sta dalla parte dei bracconieri?».
A replicare a Zanoni, che aveva chiesto alla Regione di costitursi parte civile nell'eventuale processo sull'uccisione del lupo, è il capogruppo leghista Finco: «Follia. I consiglieri Zanoni e Guarda sono i migliori rappresentanti della categoria dei lobbisti animalisti da salotto. Per loro gli animali sono più importanti delle persone e dei nostri allevatori».
Alda Vanzan
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