Assedio dei clienti davanti all'agenzia: «Restituiteci le caparre sparite»

Martedì 12 Marzo 2019 di Davide Tamiello
La protesta dei clienti dell agenzia immobiliare sulla Castellana, a Zelarino, davanti alla sede dell agenzia
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 L’insegna non c’è più. Dopo l’”arrivederci e grazie” con cui la casa madre, il colosso dell’immobiliare “Primacasa”, la scorsa settimana ha rescisso il contratto di franchising con l’agenzia di via Castellana, il titolare, Luca Lorenzon, ieri mattina ha dovuto smantellare qualunque riferimento al marchio veronese. Ufficialmente, l’intenzione è quella di proseguire con il nome della società, “Fenice Snc”. Ieri, però, le serrande erano abbassate. Non a caso, probabilmente, proprio nel giorno in cui i clienti dell’agenzia hanno deciso di scendere in piazza per raccontare le loro storie.
 

 Caparre sparite e incassate, in qualche caso, per immobili già venduti: queste le accuse rivolte a Lorenzon da chi si era rivolto a lui per acquistare o affittare una casa. 
LE STORIE A guidare la protesta c’è Tanya: è lei ad aver messo in contatto oltre 40 persone che hanno avuto a che fare con l’immobiliare al centro delle polemiche. In testa al gruppo, mette bene in vista il suo cartello: «Una casa, tre caparre». «Io e il mio compagno abbiamo presentato una proposta d’acquisto - racconta - senza sapere, però, che era stata fatta, per lo stesso immobile, anche da altre due famiglie. Ci ha chiesto una caparra e gli abbiamo dato settemila euro. Al momento del rogito dal notaio lui non si è presentato: la proprietaria non sapeva nulla della mia proposta d’acquisto. So che ha restituito le altre caparre, ma la mia no. Senza contare che ho speso anche più di 600 euro di spese notarili». Identico copione quanto accaduto ad Aurelia: «A novembre avevo raggiunto l’accordo per una casa alla Cipressina. Ho versato cinquemila euro di anticipo ma poi ho scoperto che quella casa non era in vendita, la proprietaria l’aveva data all’agenzia solo per affittarla. Da gennaio aspetto ancora i miei soldi». Laura, che ha una bambina di tre anni, aveva preso accordi per un affitto in via Rosa. «Gli ho versato 1.020 euro di cauzione, poi mi ha detto che la casa non era più disponibile. Ho riavuto i soldi, è vero, ma mi ritrovo senza un tetto e a vivere ospite da amici». Poi c’è Denise: lei la casa l’ha comprata per davvero, le manca solo il rogito. Ha scoperto però che dopo la firma quell’abitazione era stata promessa in affitto ad altre persone. «Confrontandomi con il gruppo ho scoperto che l’aveva proposta ad altri clienti il 22 febbraio, quando io avevo già firmato e consegnato l’assegno ai proprietari». Ma non è finita, ai manifestanti si aggiunge anche chi si è ritrovato nei guai proprio negli ultimi giorni. «Io ho dato 900 euro la settimana scorsa per un affitto - dice Anastasia - ma non ho ancora visto un contratto, Non lo vedrò mai?» 
«QUERELE IN SERIE» Sulla vicenda si sta muovendo anche l’Associazione difesa consumatori che ha già preso contatti con una quarantina di clienti. «La vicenda delle caparre sparite - spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini - oltre a essere vergognosa pare molto più estesa di quanto potessimo immaginare.
Dopo la denuncia del caso da parte de Il Gazzettino, siamo stati contattati da un gruppo di persone e questa settimana una trentina di loro si rivolgerà al nostro ufficio legale. Ma in tutta la giornata ci hanno contattato altri clienti dell’agenzia, soprattutto stranieri, che hanno ricevuto lo stesso trattamento dal referente dell’immobiliare. Stiamo parlando di un “affare” da diverse decine di migliaia di euro. La class action non è attuabile, ma stiamo pensando di procedere con una serie di querele». 

Ultimo aggiornamento: 11:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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