​Sir Clarke, il diplomatico che voleva salvare Venezia

Lunedì 18 Giugno 2018
Illustrazione M. Bergamelli
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Fece di Venezia lo scopo della sua vita, e finì per viverci per sempre dopo aver fondato il “Venice in Peril Fund”, uno dei primi Comitati stranieri che si mise al lavoro per salvare la città dopo “l'acqua granda” del 1966. A Venezia, sir Henry Ashley Clarke ci fu alla fine anche sepolto – nel settore evangelico del cimitero di San Michele – dove riposa accanto ad altri grandi veneziani d'elezione, nati altrove nel mondo.

Lui, nella fattispecie, nacque nel Regno Unito il 26 giugno 1903 e servì per moltissimi anni il suo paese come diplomatico, fin dal 1925: Budapest, Varsavia, Istanbul, Ginevra, Tokyo, Lisbona e Parigi. Nel 1953 fu nominato ambasciatore in Italia e vi rimase in servizio per ben nove anni, un periodo insolitamente lungo – fino al 1962 – quando si ritirò dal servizio diplomatico per dedicarsi a diverse attività artistiche e culturali. Fu presidente della British–Italian Society e segretario generale di Europa Nostra: in ogni sua azione prevalse sempre il suo indiscutibile amore per l'Italia, della quale conosceva lingua e storia.

Eppure, malgrado una intera vita spesa a salvare monumenti in laguna, non fu subito Venezia il centro del suo agire: assieme a mille altri Ashley Clarke raccolse infatti l'appello che Firenze – ugualmente colpita da una disastrosa alluvione nel 1966 – aveva lanciato al mondo. La svolta arrivò pochi mesi più tardi, complice l'incontro con Francesco Valcanover, il “burbero benefico”, soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Venezia dal 1974 al 1987 ma già personalità di spicco nel mondo della salvaguardia dell'arte. Clarke, con la moglie Frances, fondò nel 1970 l'“Italian Art and Archives Rescue Fund”, destinato a diventare l'anno successivo il “Venice in Peril Fund” che ancora oggi è una delle organizzazioni capofila nella folta e benemerita schiera dei Comitati Stranieri per Venezia. Fu vice-presidente e poi presidente del Fondo per ventiquattro anni consecutivi, fino alla morte.

È impossibile anche fare una semplice lista dei monumenti che grazie ai fondi britannici – a cominciare dalla chiesa della Madonna dell'Orto – sono stati restituiti al mondo. Nel 1967 acquistò la porzione di un palazzetto a Dorsoduro dove si trasferì, sancendo per sempre il suo idillio con la città dei dogi; amante della musica, pittore e pianista dilettante di buona mano, alternò la curatela degli interventi in favore di Venezia a vogate in laguna o serate alla Fenice.

In questo suo sogno veneziano fu sempre affiancato dalla moglie, Frances Molyneux, inviata da Bangkok a Roma per seguirlo in missione diplomatica e sposata in seconde nozze nel 1962. Ancora oggi lady Clarke ricorda che seguì il marito contro la sua volontà, “kicking and screaming”, salvo poi fare proprie le sue battaglie per Venezia e assumere la guida dell'organizzazione voluta fortemente dall'ex ambasciatore.

In carriera ricevette diverse onoreficenze, come il cavalierato in occasione dei Queen's Birthday Honours nel 1952, reiterato con un riconoscimento successivo nel 1961, durante la visita di Stato della Regina Elisabetta in Italia. A Venezia fu insignito del Premio Torta, all'Ateneo Veneto, per il suo instancabile lavoro di preservazione della città; ma fu anche – tra le altre cose – cavaliere di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica Italiana, cavaliere di San Marco e cittadino onorario di Venezia (riconoscimento che fu assegnato anche alla moglie Frances).

La volontà di rimanere a Venezia di Ashley Clarke non si fermò nemmeno davanti alla malattia all'anca, che dalla metà degli anni Ottanta lo costrinse a muoversi con due bastoni e poi a stare seduto su una carrozzina. Iniziò allora a spostarsi con più frequenza tra Venezia e l'Inghilterra, ma il suo sogno rimase quello di stabilirsi in Italia per sempre.

Ashley Clarke morì il 20 gennaio 1994. Le sue ceneri furono portate a Venezia e sepolte a San Michele sei giorni più tardi, con un lungo corteo di barche a remi che attraversò il Canal Grande. Con lui la città perdette un amico e un protettore tenace.
Ultimo aggiornamento: 22:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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