Caro bollette e trasporti, al mercato di Rialto i prezzi si impennano: quanto costa comprare i beni di prima necessità a Venezia?

Lunedì 28 Marzo 2022 di ​Costanza Francesconi
Caro bollette e trasporti, al mercato di Rialto i prezzi si impennano
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VENEZIA - Anche a Venezia si annunciano aumenti di prezzo i beni di prima necessità. Pochi mesi di caro gas, luce e benzina hanno fatto oscillare in Laguna il costo di trasporti e vita al punto che il mercato di Rialto e i banchi sparsi per i campi cittadini siano sempre meno frequentati nonostante i fruttivendoli, le pescherie e i forni facciano il possibile per contenere le etichette dei prodotti esposti.

Nei panifici un giro di vite arriverà da aprile.


Rincari su tutto

«Fino a quel momento, almeno qui, non ho applicato aumenti assicura Stefania Trevisan, titolare della rivendita di pane Pavan al 2823 in campo San Tomà - È cresciuta di un terzo la bolletta della luce, passando da 200 a 320 euro per lo stesso periodo e per gli stessi 11 metri quadri di bottega. Il gas per fortuna non c'è. Gli aumenti previsti da aprile avranno una incidenza di circa il 16 per cento prosegue - Derivano però dalla lavorazione e non dal costo in sé della materia prima. Chi raccoglie il grano ha la stessa paga, ma perché il camion con il carico raggiunga il deposito subentra il carburante, salito a sua volta di prezzo già di un terzo. A Venezia aggiunge Stefania - crescerà il latte più che altrove e, per chi ce l'ha, dal primo aprile si ricomincerà a pagare anche il plateatico».


Pane

Che la musica stia cambiando lo hanno notato anche da Rizzo in campo San Barnaba e da Mauro El Forner De Canton in ruga. «Il grano duro ha registrato un più 30/40 per cento e il valore del latte è triplicato nota Bruna Sfriso dalla panetteria in Ruga vecchia San Giovanni che per il terzo anno ha ricevuto un riconoscimento da Gambero Rosso Ci riforniamo principalmente di farine italiane e l'aumento del prezzo di vendita al cliente per adesso è stato impercettibile. Ad aprile vedremo come lavoreranno i mulini. La clientela in compenso aggiunge è la medesima».


Ortofrutta

Dall'ortofrutta la preoccupazione maggiore è la siccità, di pioggia dal cielo e di una clientela residenziale solida su cui poter contare. «I nostri prezzi sono stazionari spiega Walter Zanetti dal suo banco in campo Bella Vienna - Attingiamo a Marghera e la variazione è minima, senza particolari rialzi. Piuttosto c'è molta meno gente che esce a fare le spese continua - A Venezia sono rimasti in quattro gatti, e ora la priorità è pagare le bollette». In macelleria il primo impatto è l'assenza di coda all'ingresso a mezzogiorno di sabato.


Carne

«La polleria è salita a causa dell'aviaria che ha colpito diversi allevamenti fa notare Marino Ragazzo ma la gamma di merce disponibile si è ridotta in generale, come la capacità di acquisto di una famiglia media. Cerchiamo di mantenere i soliti prezzi, altrimenti perderemmo il consumatore, ma all'ingrosso la differenza la sentiamo. Alcune aziende poi aggiunge - ci stanno mettendo in conto il trasporto variato ma in assoluto i prodotti di una volta ce li scordiamo perché la gente ormai fa quel che può. Al posto di manzo e vitello, la parte del leone la fanno pollo, tacchino e maiale valuta Marino - Per Pasqua lo stesso fornitore di agnelli non sa dare certezza sui capi disponibili».


Pesce

Chiudono il coro i pescivendoli. «Dall'inizio della pandemia il lavoro è cambiato, a prescindere dagli ultimi eventi racconta dall'Ittica Veneziana, Giovanni Dei Rossi - Durante la settimana non c'è un'anima al mercato, di sabato e domenica pressoché turisti. I calamari, la piovra e il salmone sono aumentati ma branzini e orate no considera -. Venezia è finita. Se regalassimo la merce, rimarrebbe facilmente invenduta». Più fiduciosa è la pescivendola Cristina per cui «la qualità dell'articolo rimane l'unica garanzia di lavoro con un pubblico di affezionati».

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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