«Esclusa dall'esame di maturità per aver occupato la scuola»

Giovedì 21 Giugno 2018 di Elisio Trevisan
Un'immagine di studenti
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VENEZIA -  Ha saputo una settimana fa che non sarebbe stata ammessa agli esami di Maturità. Per i genitori e il Codacons cui si sono rivolti la ragazza è stata punita per aver partecipato a un’occupazione studentesca del liceo artistico Marco Polo di Venezia lo scorso febbraio, per la quale era stata già sospesa per 16 giorni. Per il dirigente scolastico Roberto Sintini, invece, la decisione unanime del Consiglio di classe non ha nulla a che vedere con quei fatti ma è legata a insufficienze in diverse discipline tra cui una grave nella materia principale. 
L’avvocato Franco Conte, presidente di Condacons Veneto, dopo aver cercato una composizione, il 15 giugno ha inviato una diffida al dirigente a persistere nella valutazione di non ammissione perché non sarebbe stata seguita la «necessaria procedura di avvertimento e concertazione di iniziative dirette a recuperare nelle materie in cui la studentessa è carente». In pratica, per il coordinamento delle associazioni di consumatori, anche se l’occupazione di febbraio non c’entra nulla, il dirigente e i docenti avrebbero dovuto contattare la famiglia mesi fa per avvertirla delle carenze nel rendimento della figlia e valutare assieme cosa fare per permetterle di recuperare.
Il Codacons non ha ricevuto risposta e ormai ieri è iniziata la Maturità, e quindi l’anno è perso, a meno che i genitori non decidano di affrontare le spese per un ricorso al Tar: nel caso ottenessero ragione la ragazza potrebbe sostenere gli esami separatamente, altrimenti dovrà ripetere la quinta.
Il presidente del Codacons si dice perplesso della risposta del dirigente scolastico anche perché tra i voti finali della ragazza c’è pure un 6 in condotta che fa pensare all’occupazione di febbraio: vi parteciparono circa 150 studenti ma solo alcuni sono stati ritenuti protagonisti e organizzatori della protesta e puniti con 16 giorni di sospensione, con l’obbligo di frequentare le lezioni per non pregiudicare il percorso educativo-didattico.
LA STORIA
«I genitori avrebbero potuto presentare ricorso ma spiegano che non l’hanno fatto preferendo la via del dialogo anche perché la Direzione scolastica aveva fatto un’azione di dissuasione garantendo ai ragazzi che non ci sarebbero state ritorsioni - commenta l’avvocato Conte -. E la via del dialogo l’hanno praticata non solo quella volta ma anche in seguito quando, ad esempio, a marzo il professore di inglese ha deciso autonomamente di proibire alla ragazza di partecipare a due uscite didattiche, oppure in precedenza nel 2016 quando una professoressa aveva telefonato alla studentessa dicendole che era stata bocciata e poi si è scoperto che non era vero».
Il dirigente scolastico, nella lettera con la quale sostiene che la non ammissione alla Maturità è dipesa dai brutti voti e che la famiglia ne era al corrente dato che poteva consultare il registro elettronico, nega di essersi «mai premurato “di dissuadere” l’alunna o i genitori dell’alunna dal ricorrere contro il provvedimento di sospensione». 
Il professor Sintini, dopo le richieste dei genitori e del Codacons della settimana scorsa, non ha concesso loro un incontro sostenendo che gli impegni per gli scrutini in corso e la Presidenza degli esami di Stato non gli lasciavano il tempo, limitandosi a scrivere che erano comunque stati ricevuti il 12 giugno dal docente coordinatore della classe frequentata dalla ragazza e secondo collaboratore del dirigente.
«Il colloquio è avvenuto solo dopo che lo stesso coordinatore aveva comunicato per telefono alla ragazza che non era stata ammessa - afferma l’avvocato Conte -. In ogni caso, è vero che c’è il registro elettronico ma non può in alcun modo sostituirsi a precisi atti formali di informazione che spettano al Consiglio di classe. E considerare sufficiente l’indicazione “numerica” non solo va contro il diritto dell’alunna ma è in spregio del dovere, prima di tutto etico, del docente e del Dirigente di mettere in condizione l’alunna di comprendere le reali implicazioni di quanto riportato nel registro elettronico».
 
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