Trovato il "libro mastro" della mala nigeriana: caccia a Ken

Mercoledì 18 Luglio 2018 di Davide Tamiello
Trovato il "libro mastro" della mala nigeriana: caccia a Ken
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MESTRE - I segreti della piovra nera sono tutti tra quelle pagine. Quantomeno quelli finanziari: la polizia ha trovato il libro mastro della mala nigeriana di Mestre, smantellata dalla maxi retata tra via Trento e via Monte San Michele dello scorso 10 luglio. Il custode della contabilità era il 31enne Friday Nosa Nosakhare Eduzola, quasi un braccio destro per il boss dell'organizzazione, il latitante Kenneth Ken Ighodaro. Da quell'agenda, in cui annotava scrupolosamente ogni transazione, non si separava mai. Quando abbassava le serrande del suo negozio di parrucchiere di via Monte San Michele, per gli inquirenti l'attività di copertura per riciclare i guadagni della banda, prendeva quel registro e lo portava a casa, a Padova. Una settimana fa, gli agenti non gli avevano dato il tempo di sbarazzarsene. Per sette giorni è rimasto lì, tra scartoffie e scaffali di quel locale sigillato dalla procura. Ieri mattina, la scientifica è tornata sul posto per recuperarlo con calma.
SOPRALLUOGO
Prezioso per i pusher, preziosissimo per le indagini. Quel libro mastro porterà degli elementi cruciali al proseguo dell'inchiesta. La speranza è che possa portare anche informazioni utili a rintracciare il boss in fuga (quel che si sa, per ora, è che si troverebbe in Francia, dove vive la compagna). Le telecamere installate all'interno del negozio (ovviamente all'insaputa di Nosa) hanno mostrato quanto ogni singola cessione venisse annotata. Era lo stesso Eduzola, poi, a occuparsi della spedizione del denaro in Africa, consegnandolo a degli spalloni, rigorosamente nigeriani, che prendevano l'aereo, spesso dal Marco Polo di Venezia, qualche volta dal Marconi di Bologna. Per ora, i trasferimenti accertati ammontano a trecentomila euro ma la cifra è destinata a salire. Durante l'ispezione sono finite sotto sequestro anche alcune migliaia di euro (si indaga ovviamente anche sulla loro provenienza) e dei farmaci che dovranno essere analizzate in laboratorio. Il sospetto, chiaramente, è che potessero essere utilizzati per tagliare la droga. L'inchiesta, infatti, ha portato alla luce la ricetta dell'eroina gialla, la cosìddetta eroina killer: 40 per cento di stupefacente purissimo, completato da metorfano, principio attivo dello sciroppo per la tosse. Dovesse essere riscontrato quel principio attivo nei farmaci sequestrati, la procura si ritroverebbe in mano con una prova schiacciante.
STRATEGIA
Il questore Danilo Gagliardi, ieri mattina, è stato accolto come un divo di Hollywood dai residenti di via Monte San Michele. Strette di mano e ringraziamenti: prova, ancora una volta, di quanto questa operazione sia stata vissuta con partecipazione dai residenti di quella zona che da un anno, ormai, erano praticamente sotto assedio. «Non è finita qui, la lotta allo spaccio continua - aggiunge - domani (oggi, ndr) si terrà un tavolo tecnico in questura con le altre forze dell'ordine per predisporre un dispositivo a raggiera su tutta la città. Lo presenteremo al prefetto (Vittorio Zappalorto, che si insedierà a giorni, ndr) perché venga discusso in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica». Una ulteriore risposta, quindi, al timore dei cittadini che, in questi giorni, hanno visto ridursi all'osso la presenza dei pusher nigeriani, ma hanno notato anche un ritorno dei colleghi tunisini, cacciati un anno fa proprio dai centroafricani.
IL CASO SOBHI
A proposito di tunisini e di espulsioni, in città fa discutere anche il caso del trentenne Sobhi Maiti. Pusher arcinoto a Marghera, ad aprile era stato spedito al Cpr di Torino per essere espulso dopo aver pestato a sangue un 62enne che gli aveva negato una sigaretta. Doveva essere espulso, ma invece da sabato è tornato al suo solito posto, a Marghera. «La Tunisia - spiega il presidente della municipalità Gianfranco Bettin - non l'ha riconosciuto come proprio cittadino e quindi, scaduti i 90 giorni di permanenza nel centro, è stato rilasciato. Quest'uomo è un pericolo pubblico, spaventa e minaccia la gente e va messo al più presto in condizione di non nuocere».
Davide Tamiello
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Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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