Storico maglificio in crisi: 80 posti a rischio, chiesto il concordato

Domenica 24 Febbraio 2019 di Fulvio Fenzo
Storico maglificio in crisi: 80 posti a rischio, chiesto il concordato
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FOSSALTA - Poco più di due mesi fa sembrava che il cielo sopra il maglificio si fosse rasserenato, dopo 10 anni. A dicembre la famiglia Mazzonetto aveva ringraziato gli oltre 50 punti vendita (e oltre 80 dipendenti diretti più l'indotto)... «a dispetto delle numerose chiusure di molti altri operatori che credono solo ai grandi centri commerciali». E, invece, quei conti che non tornano hanno ora costretto l'azienda a ricorrere al concordato con riserva per arrivare  a quello preventivo nel quale dovrà essere presentato un piano per la ristrutturazione dei debiti.
MEZZO SECOLO DI STORIA
È il 1966 quando una ragazza ventenne, Bruna Poles, decide di provare a produrre capi di maglieria utilizzando una vecchia macchina da lavoro. E i clienti arrivano, con il marito Franco Mazzonetto che, con il suo camion, le porta a casa una macchina per maglieria acquistata a Milano. Lo sviluppo arriva prima con la sede a Musile di Piave con il Maglificio San Valentino e poi, dal 1972, a Fossalta di Piave dove tuttora c'è il cuore pulsante della maglieria, con il reparto creativo e del campionario, gli uffici e l'outlet aziendale, fino all'arrivo in azienda dei figli Cristina e Valentino Mazzonetto che hanno seguito le orme dei genitori nella gestione della ditta. Nel corso degli anni vengono aperte decine di negozi monomarca (attualmente sono 53, con un'ottantina di dipendenti) in Veneto, Friuli ed altre sei regioni, oltre a due rivendite in Austria. L'obiettivo da sempre è quello di produrre maglieria di qualità ma, soprattutto negli ultimi anni, il mercato ha virato verso il low cost, i prezzi bassi di marchi proposti dalle multinazionali, con l'aggiunta del boom delle vendite on line che ha sottratto altra clientela.
NODI AL PETTINE
I ricavi del Maglificio Mazzonetto sono dunque continuati a scendere dai 6,7 milioni di euro del 2015 ai 5,7 milioni dello scorso anno, ma a pesare sarebbero soprattutto i debiti di un'azienda che attualmente non produce più direttamente i propri capi. Il 29 gennaio scorso la società di via Kennedy ha quindi chiesto alla Sezione fallimentare del Tribunale di Venezia di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo, domanda per ora accolta con riserva dal giudice delegato Gabriella Zanon in attesa della presentazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti. L'azienda, controllata dalla fondatrice Bruna Poles e dagli eredi Cristina e Valentino Mazzonetto, è seguita dagli avvocati Alessandro Simionato e Matteo di Pede, con studio a Mestre, mentre il Tribunale ha nominato commissario il commercialista mestrino Massimo Lanfranchi. Il piano concordatario in fase di elaborazione (advisor Piero de Bei dello studio Candiotto di Mestre, che ha lavorato anche al salvataggio dei piumini Duvetica) dovrebbe prevedere la chiusura di alcuni punti vendita.
 

Ultimo aggiornamento: 15:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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