Vaccino sbagliato a una 17enne, mamma in causa con l'Ulss

Martedì 12 Giugno 2018 di Lino Perini
Vaccino sbagliato a una 17enne, mamma in causa con l'Ulss
DOLO - A una diciassettenne di Fossò viene somministrato un vaccino sbagliato e scaduto, la famiglia si rivolge ad un legale per procedere contro l'Ulss 3, sostenuta dal Tribunale del malato. La mamma della ragazza riassume l'accaduto: «Ho preso appuntamento con l'ufficio Igiene di Dolo per l'ultimo vaccino previsto dalla legge, il pentavalente contro malattie come pertosse, difterite, tetano, epatite B e poliomielite. Il 16 maggio ho accompagnato mia figlia all'ambulatorio dove un medico ha somministrato il preparato. Dialogando con il medico, però, ho intuito che non le aveva iniettato quello prescritto ma quello pneumococcico. Ho chiesto spiegazioni, il medico ha ammesso di aver sbagliato e si è procurato un pentavalente. Ma subito si è bloccato perché si è accorto che la sostanza somministrata prima era scaduta, da sei settimane. Naturalmente mi sono arrabbiata. Mi ha risposto che non dovevo preoccuparmi, che non ci sarebbero stati problemi per mia figlia, solo l'efficacia del vaccino sarebbe venuta meno». «A quel punto - prosegue la mamma - ho portato via mia figlia. Quindi ho chiesto di parlare con la responsabile del servizio che mi ha accolto e si è scusata. Mentre tornavo a casa, sono stata contattata telefonicamente da un responsabile del Dipartimento che si è nuovamente scusato e mi ha assicurato che mia figlia non avrebbe avuto disturbi e comunque sarebbe stata monitorata gratuitamente. Dopo qualche giorno di riflessione ho deciso di farmi assistere da un avvocato e dal Tribunale del malato. Sono intenzionata a procedere legalmente perché chi si rivolge a una struttura sanitaria ha diritto di trovare la massima sicurezza e tutela». «Abbiamo richiesto - aggiunge il Tribunale del malato - l'urgente attivazione delle verifiche necessarie ad individuare le responsabilità».
LA SPIEGAZIONE DELL'ULSS
La direzione dellUlss 3, ieri, ha precisato che ha preso i dovuti provvedimenti sia nei confronti dell'operatore sanitario che non ha controllato adeguatamente la somministrazione del vaccino che nei confronti della famiglia interessata, subito avvisata, con la quale l'Azienda si è scusata, e alla quale è stato garantito che non c'è alcun rischio di tipo sanitario. «Il vaccino somministrato alla ragazza - ha dichiarato il dottor Vittorio Selle, responsabile del Servizio di Igiene e sanità pubblica - è del tipo richiesto e con buona probabilità ancora efficace. Per assoluta garanzia della famiglia, il servizio vaccinale intende assicurarsi dell'efficacia del vaccino: ha contattato l'utente e le ha proposto un prelievo con analisi a distanza di uno-due mesi, con il quale si potrà verificare l'esito della vaccinazione. Nel caso in cui il vaccino già somministrato risulti inefficace, questo non avrà effetti negativi sull'utente e verrà somministrato nuovamente. Nel frattempo il Servizio Ulss 3 ha messo in atto tutta una serie di procedure atte a evitare il ripetersi dell'evento».
 
Ultimo aggiornamento: 21:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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