Concessionaria svanisce nella notte. ​​«Ok Auto, spariti almeno 300mila euro»

Mercoledì 3 Ottobre 2018 di Diego Degan
Concessionaria svanisce nella notte. «Ok Auto, spariti almeno 300mila euro»

CHIOGGIA - Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli, Emilia, Toscana e Sardegna. I clienti che hanno denunciato, o si apprestano a farlo, i soci e titolari della Ok Auto di Chioggia per truffa ai loro danni, risiedono un po' in tutto il nord Italia, e anche oltre, e sono almeno una trentina. La maggior parte, più di venti, si sono riuniti attorno a un avvocato di Grosseto, anche lui vittima della macchinazione (sembra proprio la parola giusta) che avrebbe fruttato alla concessionaria in questione almeno 300mila euro - ma qualcuno ritiene che possano essere il doppio - in tre mesi di attività. L'indubbio successo di questo business sembra dovuto a una serie di fattori che dimostrano quanto fosse studiato a tavolino. L'insegna Ok Auto2, prima di tutto: un nome sulla piazza da oltre dieci anni (15, dice la pubblicità internet della concessionaria, 13 è stato detto a qualche cliente) anche se la ditta di Chioggia, una srls, risulta costituita nel dicembre 2017 e attiva dal gennaio 2018.

 
IL SISTEMA
La posizione accattivante della sede: al posto di un'altra concessionaria (San Lorenzo) che aveva cessato l'attività, e accanto a una concessionaria vera, che non c'entra nulla in tutta la vicenda. La possibilità di far vedere le auto e provarle fisicamente che ispirava fiducia nei potenziali compratori («La macchina era lì, l'ho vista, toccata e provata e andava pure bene», spiega l'avvocato di Grosseto). Il prezzo ribassato, ma non troppo, rispetto al circuito ufficiale («L'ho pagata 18.500 euro, di cui 3000 in anticipo, invece di 21-22mila dice una signora di Brescia se fosse costata la metà, non mi sarei fidata». 19.500 euro, sui 25mila di un'altra concessionaria, invece, il prezzo ottenuto dall'avvocato toscano, con in più il rientro del suo usato, per 3000 euro) giustificato con la provenienza dalla Germania dove le auto «costano meno».

L'assistenza telefonica nella fase burocratica («Qualche giorno di ritardo, ci perdoni. Sa com'è, le ferie, il personale della motorizzazione è scarso... la teniamo informata», ecc.). Insomma tutto sembrava, almeno a uno sguardo superficiale, a posto. Ma grattando, sotto sotto, qualcosa si sarebbe potuto forse capire. Ad esempio un capitale sociale di 800 euro, come risulta dalla visura camerale, poteva non sembrare rassicurante. O il fatto che la Jeep che l'avvocato toscano voleva acquistare sia stata fornita di targa prova il giorno dopo l'arrivo del cliente («Ho pernottato a Chioggia, anche perché ero stanco, ma la targa sulla macchina l'ho vista solo il giorno dopo e chi mi accompagnava era molto nervoso. Forse non gli piaceva come guidavo o, forse, c'erano altri motivi»).

I DUBBILa concessionaria, poi, non accettava assegni circolari («Strano dice la signora bresciana li accettano tutti, loro solo bonifici», stesso discorso per il tassista parmense). Infine la sequela di ritardi nella consegna che tutti hanno subìto fino alla scoperta, tra giovedì e venerdì scorsi, dalla fuga del concessionario: sede chiusa, telefoni staccati, sito internet sparito dalla sera di mercoledì. Molti si sono rivolti alle forze dell'ordine (carabinieri e polizia locale) oltre che alla Guardia di finanza delle loro città, per acquisire informazioni.

L'avvocato di Grosseto, con qualche ricerca in banca, ha scoperto che Ok Auto aveva aperto conti in tre o quattro istituti diversi ma che gli intestatari erano tutti pluriprotestati.

Il titolare della OK Auto, poi, dalla visura camerale, risulta essere Antonino Infantino, nato ad Agrigento il 23 dicembre 1984 e residente a Campofranco in provincia di Caltanissetta, ma pochi credono che sia davvero lui il proprietario.

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